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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2014 alle ore 15:43.
L'ultima modifica è del 23 luglio 2014 alle ore 16:44.

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ISOLA DEL GIGLIO (Gr) - A vederla da mezzo miglio di distanza - a bordo della motonave Vieste II messa a disposizione per la stampa da Costa Crociere - la Concordia che solca le acque dell'arcipelago toscano diretta a Genova è allo stesso tempo inquietante e sorprendente: un groviglio di lamiere galleggianti e un condensato d'ingegneria che viaggiano insieme, a passo sostenuto e in armonia col mare. Il lato sinistro sfracellato sullo scoglio è ancora ben visibile, nonostante i cassoni, i cavi e le catene che sono stati montati in questi mesi, e ricordano anche a chi l'avesse dimenticato l'incredibile incidente che ha dato vita al più grande recupero navale della storia.

La nave da crociera bicolore (i ponti in alto bianchi, com'erano in origine, quelli in basso color ruggine, essendo rimasti a lungo immersi nell'acqua) avanza tranquilla, sotto la scorta - neppure troppo invasiva - di un convoglio formato da 14 mezzi: fondamentali i due rimorchiatori a prua che la trainano, Blizzard e Resolve con una capacità di tiro di 135mila tonnellate; accessori, e destinati a intervenire solo in caso di necessità, i due rimorchiatori a poppa; e poi una nave-spazzino per raccogliere eventuali sostanze inquinanti che dovessero uscire dalla nave, una maxi nave della Guardia costiera, una nave militare con tanto di elicottero, motovedette per non far avvicinare alcuna imbarcazione nel raggio di tre miglia dalla Concordia (la Vieste II ha una deroga dalla Capitaneria di porto). Un convoglio nutrito ma ordinato, come se i suoni fossero stati accordati da tempo. In realtà è la prima volta al mondo che una nave naufragata e fatta rigalleggiare con l'aiuto di cassoni d'acciaio che le fanno da "ciambella", riprende il mare aperto per andare allo smantellamento.

Sopra tutti, a controllare il mare dall'alto, vola un Atr42 munito di sistema radar e di telerilevamento che già stamani (e ieri) ha avvistato tre anomalie sulle acque lungo la rotta che ora sta seguendo la Concordia, dall'isola del Giglio a ovest, passando tra l'isola di Montecristo e quella di Pianosa e proseguendo poi verso nord ovest verso Genova. A due ore e mezzo dalla partenza, avvenuta alle 11, la Concordia si è lasciata alle spalle il Giglio e ha percorso quasi 8 miglia. Alla velocità di due nodi all'ora, ci vorranno quattro giorni per arrivare a Genova.

La guida operativa arriva da un container installato in cima al relitto, quella control room guidata dal salvage master Nick Sloane che è stato protagonista anche del raddrizzamento eseguito nel settembre scorso. Con lui 11 persone, che si alterneranno sulla nave durante questi quattro giorni di navigazione. Sulla poppa della Concordia da stamani sventola la bandiera italiana, issata prima della partenza perché - come ha spiegato il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, il relitto è ancora iscritta al registro navale italiano e dunque è obbligatorio indicare il Paese di provenienza. In realtà più che una nave è un galleggiante, che per navigare ha bisogno di quei due cavi in titanio che ora lasciano una scia bianca.

Il viaggio è cominciato senza intoppi, l'ingegneria italiana - come ha sottolineato Costa Crociere - ha avuto un ruolo fondamentale nella buona riuscita dell'operazione. "Segno di un paese che sa rimediare ai propri errori, e soprattutto a quelli di un singolo", ha detto il sottogretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, arrivato al Giglio a 'salutare' la Concordia.

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