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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2014 alle ore 06:37.
I commenti di molti deputati confermavano ieri le difficoltà per l'Italia di strappare ai suoi partner un atteggiamento più accomodante sul versante dei conti pubblici. Sul fronte della situazione economica, il ministro non è stato ottimista. I dati più recenti «indicano che la debolezza è più persistente nel tempo e più estesa geograficamente di quanto ci aspettavamo sei mesi fa», ha detto Padoan, che ha definito le ultime deludenti statistiche tedesche «un campanello d'allarme».
Sempre ieri, è stato ascoltato al Parlamento europeo anche il ministro degli Interni, Angelino Alfano: «Il nostro obiettivo è fare di Frontex il vero giocatore strategico sul Mediterraneo (...) L'obiettivo è che Mare Nostrum chiuda e venga sostituito da Frontex». Dal canto suo, il ministro della Giustizia Andrea Orlando si è voluto rassicurante sulla prossima riforma del sistema giudiziario: «Penso che la tabella di marcia sarà rispettata e alla ripresa di settembre avremo un pacchetto compiuto».
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I nodi e la strategia
CRESCITA
Equilibrio tra risanamento,
investimenti e riforme
La crisi finanziaria ed economica ha colto l'Europa già debole rispetto ai propri concorrenti internazionali, ha sottolineato ieri Padoan che ha indicato la strada da seguire. In un contesto di crescita bassa e di debito elevato l'Unione deve trovare un giusto equilibrio tra integrazione del mercato unico, risanamento di bilancio, riforme strutturali e nuovi investimenti pubblici e privati. «Dobbiamo – ha ribadito davanti alla Commissione affari economici del Parlamento europeo – uscire dal debito attraverso la crescita»
RIFORME
Processo efficace, ma
servono benefici tangibili
Il ministro dell'Economia ha difeso la politica del governo Renzi. Ha citato le riforme promesse dall'Italia in campo istituzionale, fiscale, del mercato del lavoro e della pubblica amministrazione. Sottolineando, in linea con il sentiment della Commissione europea, che non è sufficiente approvarle: «Se non vengono adottate i cittadini non possono toccare con mano i loro benefici». E su quelle di giustizia e Pa ha aggiunto: «Sono riforme che servono a fare sì che le riforme possano funzionare»
FLESSIBILITÀ
Non cambiare le regole ma applicarle con lungimiranza
«Non si tratta di cambiare le regole, ma di usare quelle che già ci sono con lungimiranza». Così ieri Padoan ha spiegato cosa intendesse l'Italia chiedendo maggiore flessibilità nel Patto di Stabilità. «Le riforme richiedono tempo per dispiegare i loro effetti: non un anno, ma due o tre. Hanno un impatto sul ciclo economico, sul bilancio nazionale, sui bilanci dei vicini. La flessibilità deve servire per prendere in conto questi aspetti e trarre il massimo di una strategia incentrata sul rilancio dell'economia europea»