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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2014 alle ore 14:24.
L'ultima modifica è del 24 luglio 2014 alle ore 19:39.

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Finora è andato tutto bene, ma la parte più delicata della navigazione (a rimorchio) della Costa Concordia verso Genova (in tutto 191 miglia) comincerà domattina. E gli ultimi due giorni - venerdì e sabato - saranno i più difficili.

Le prime 56 miglia sono filate via lisce come l'olio, con la prevista velocità di navigazione di due nodi (due miglia nautiche, pari a 3,7 km/h), mare calmo e venti deboli. Niente male, dopo i temporali e le raffiche dei giorni scorsi che avevano rallentato i lavori di rigalleggiamento della nave all'isola del Giglio, imponendo il rinvio della partenza a mercoledì 23 e mettendo in discussione le statistiche che indicano nelle settimane di fine luglio le migliori condizioni meteo-marine. Nessuna preoccupazione è finora emersa sul fronte strutturale, né su quello ambientale. "Questa mattina i tecnici hanno effettuato un'ispezione intorno alla nave, non rilevando alcuna anomalia nei cassoni e nel sistema di collegamento al relitto", fa sapere Costa Crociere. Da ieri sera sono stati effettuati anche i primi campionamenti di acqua a poppa e a prua della nave, a profondità diverse, e ora si aspettano i risultati.

Ma domattina gli occhi saranno, ancor più, puntati sul meteo. Perché, lasciati alle spalle Cap Corse e la Capraia, la Concordia avrà davanti due giorni di navigazione in mare aperto, senza il riparo delle isole dell'arcipelato toscano, né della Corsica: 48 ore senza alcuna "protezione", e senza possibilità di tornare indietro. "Quelle 48 ore saranno le più difficili", aveva dichiarato nei giorni scorsi Nick Sloane, il salvage master che dalla control room installata in cima al relitto guida questa insolita spedizione, formata da 14 imbarcazioni tra cui i due rimorchiatori oceanici che trainano la Concordia, più un Atr42 che dall'alto controlla la qualità del mare. Il maltempo in arrivo solleva qualche timore, proprio perché coincide con l'ultima parte del percorso.

Il mare aperto sarà l'ultima incognita di questa impresa tecnico-ingegneristica durata due anni e mezzo, che rimarrà per sempre nelle menti di chi ha contribuito a realizzarla. Appena arrivata nel porto di Genova-Voltri, la Concordia passerà di mano, diventando di proprietà del consorzio Saipem-San Giorgio del Porto che provvederà a smantellarla. Non più nave della flotta Costa, ma acciaio da vendere e fondere.

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