Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2014 alle ore 18:09.
L'ultima modifica è del 26 luglio 2014 alle ore 18:37.

My24

Si chiamano attacchi rapidi, o sistemi di innesto rapido. Pesano 1,9 tonnellate ciascuno e sono alti più di due metri. Bestioni di acciaio e materiali inossidabili ad altissima resistenza che prima dello scorso aprile non esistevano. Né sul mercato italiano, né su quello internazionale. Del resto, prima del naufragio della Concordia nessuno aveva mai pensato di costruire una sorta di gancio automatico che potesse collegare una catena enorme ad un cassone grande come un palazzo, con lo scopo di mettere in sicurezza un sistema di sollevamento che potesse spostare una nave da crociera inerte.

Ma la necessità ha fatto in modo che l'inventiva imprenditoriale, tutta made in Italy, potesse stupire ancora una volta. E potesse realizzare un prototipo industriale che nel giro di pochi mesi si è trasformato da un disegno a un pezzo unico di carpenteria pesante. Il brevetto di questo gancio speciale è della Officine LCM di Salgareda, azienda di 15 dipendenti della provincia di Treviso, che in collaborazione e per conto del Consorzio Titan-Micoperi, ha progettato e realizzato il sistema per il collegamento rapido e in sicurezza delle 56 catene distribuite sotto la chiglia della Concordia ai cassoni distrubuiti sul lato di dritta della nave.

L'impresa veneta, che già collaborava con la Micoperi di Ravenna, da cui è arrivata la proposta per la progettazione e realizzazione del sistema, ha disegnato il prototipo alla fine dello scorso anno e consegnato le 56 macchine ad aprile. «Non è stato facile, ma è stato entusiasmante – ha detto Erminio Dell'Aica, uno dei due titolari, assieme al figlio Francesco –. Abbiamo progettato e realizzato in tempi strettissimi un sistema che prima non esisteva, formato da due parti complementari in grado di agganciarsi con facilità ed estrema sicurezza». «Abbiamo inventato un modo di tensionamento non rigido, cioè con una delle componenti in grado di ruotare su se stessa, e quindi capace di seguire i movimenti della catena, e in grado di sostenere lo sforso di 600 tonnellate trasmesso da ogni catena». Un sistema che ha permesso di posizionare ciascuna catena in poche ore anziché in due giorni e di far lavorare i sub a 30 metri di profondità in situazioni di estrema sicurezza.

La Officine LCM, specializzata in carpenteria pesante per il settore navale, trasportistico e nucleare, fattura due milioni e ha conquistato la commessa per alcune centinaia di migliaia di euro. Prima di consegnare il prodotto, ha effettuato verifiche strutturali delle singole parti critiche, scelto acciai speciali con particolari trattamenti termici, simulato i movimenti a tavolino con carichi 1,4 volte superiori rispetto alle esigenze reali.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi