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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 28 luglio 2014 alle ore 06:58.

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Sulle pensioni il dibattito è sempre aperto, così come sulle misure necessarie per completare il percorso – avviato con la riforma Fornero di fine 2011 – per la messa in sicurezza del sistema previdenziale. Si torna a ventilare l'ipotesi di un contributo di solidarietà sugli assegni più alti (3,5-4mila euro) da inserire nella prossima legge di Stabilità, si lavora sull'opportunità di includere anche i pensionati tra i beneficiari del bonus Irpef di 80 euro (sempre che si trovi la dote finanziaria che permetta di renderlo strutturale), si cercano nuove strade per allargare la platea dei salvaguardati e reinserire categorie di lavoratori esclusi, allentando i requisiti fissati con il primo intervento del 2011.
Il quadro
E se la spesa pensionistica oggi si attesta al 16,3% del Pil (avendo scongiurato il rischio che si superasse il 18%) per un importo complessivo Ivs di 170 miliardi (190 incluse le prestazioni assistenziali), è anche vero che le prestazioni vigenti sono circa 14,5 milioni (oltre 18 compresi autonomi e altre gestioni) e che il rapporto tra contribuenti e pensioni si è ridotto da 129,1 a 126,4 dal 2012 al 2013.
Intanto si prevedono assegni meno ricchi con un costante calo dei tassi di sostituzione (effetto dell'innalzamento del requisito anagrafico, del passaggio al sistema contributivo ma anche della congiuntura economica) e da più parti – tra le ultime voci che si sono levate, quella del commissario straordinario dell'Inps Vittorio Conti, in occasione della Relazione annuale a Montecitorio – si sottolinea la necessità di un rilancio delle adesioni alla previdenza complementare.
Bilancio
A fronte di questa situazione in continua evoluzione e da tenere sotto controllo è comunque possibile fare un primo bilancio sull'andamento e la distribuzione territoriale degli assegni pensionistici da prima a dopo la riforma.
Secondo le elaborazioni effettuate dal Sole 24 Ore sugli ultimi dati Inps, le anzianità (ora sostituite dalla "anticipata") sono passate dai 2,7 milioni del 2003 ai circa 4 milioni attuali, quasi raddoppiando in poco più di dieci anni, ma salendo solo del il 4,4% nell'ultimo triennio. Gli assegni di vecchiaia (i più numerosi) si mantengono da anni intorno ai 5 milioni, con un incremento inferiore al 2% dal 2003 ad oggi, ma segnando addirittura un calo dell'1,1% dal 2011 al 2013. In ridimensionamento anche i prepensionamenti: oggi sono circa 295mila mentre nel 2003 sfioravano quota 400mila (-25%), con una diminuzione del 7% nell'ultimo triennio.
Quanto agli importi, i più elevati si individuano nel segmento anzianità/anticipata e nei prepensionamenti (1.500 euro al mese la media segnalata dall'Osservatorio Inps) mentre la vecchiaia si aggira sui 670 euro, per una media totale di circa 1.100 euro.

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