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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2014 alle ore 13:09.
L'ultima modifica è del 29 luglio 2014 alle ore 22:18.

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Il ministro delle Infrasttutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi (LaPresse)Il ministro delle Infrasttutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi (LaPresse)

Il ceo di Etihad James Hogan in uno scambio di e-mail con l'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio si dice preoccupato che il protrarsi del tempo possa creare problemi anche sulla situazione patrimoniale di Alitalia. Nella missiva, secondo quanto si apprende Hogan chiede quindi di avere rapidamente risposte alle sue preoccupazioni.

Trovato l'accordo con le banche sull'impegno di Poste in Alitalia. La società guidata da Francesco Caio parteciperà con 65 milioni a una "midcompany". Nella soluzione trovata per l'investimento in Alitalia «la struttura è stata definita in tutte le sue principali caratteristiche e, come sempre nella definizione di questo tipo di accordi, vanno ora messi a punto i dettagli tecnici per renderla esecutiva». Lo fa sapere il gruppo, aggiungendo che «abbiamo lavorato, nelle ultime settimane, sempre con grande spirito di collaborazione, per trovare una soluzione che sia in linea e soddisfi le logiche industriali di Poste Italiane azienda pubblica».

Etihad: lavoriamo per risolvere questioni aperte
«Etihad Airways continua a lavorare con Alitalia al fine di risolvere le questioni aperte relative a un possibile investimento in Alitalia». Lo precisa la compagnia emiratina in una nota.

Poste al lavoro sui dettagli tecnici
Poste ha sciolto i nodi e il negoziato in corso sembra avviato alla conclusione: verserà 65 milioni, ovvero più dei 50 milioni della propria quota (il 19,48%), non nella old company ma in una midcompany tra la old Alitalia e la newco in cui entrerà Etihad. La decisione definitiva dovrebbe essere assunta nel cda già fissato per venerdì.

Lupi: ore decisive
Intanto il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ammonisce «anche una parte dei sindacati»: «Siamo arrivati alle ore decisive. Il tira e molla non è ammesso, ognuno si assuma la propria responsabilità». E aggiunge che per ora non c'è alcuna convocazione da parte del Governo: «L'azienda deve concludere le trattative con i soci e con i sindacati». «Etihad - ha aggiunto Lupi - aveva posto questioni molto chiare alle quali è stata data una risposta altrettanto chiara del cda di Alitalia. Ora bisogna tradurre quelle risposte in fatti concreti. L'alternativa è chiara: o baratro o sviluppo, non ci sono altre possibilità». Lupi ha poi ricordato che gli accordi con i sindacati riguardano gli esuberi, il contratto, il costo del lavoro. E ha di nuovo avvertito le sigle: «C'è qualche sindacato che mi sembra non abbia capito. Tutte e tre le questioni sono parte integrante dell'accordo con Etihad. Siamo alla settimana decisiva, vedremo in queste ore l'evolversi della situazione». «Il governo - ha detto Lupi - chiede che si arrivi alle risposte definitive da parte dei soci privati, delle banche e dei sindacati»: «Siamo a due giorni dal 31 luglio: Etihad ha diritto a ricevere delle risposte».

Castellucci (Atlantia): si gioca con il tempo e con il fuoco
Sempre dalla conferenza Anas, ha usato toni perentori Giovanni Castellucci, ad di Atlantia, uno dei principali azionisti di Alitalia Cai con il 7,44 per cento. L'operazione Alitalia - ha detto - presenta ancora «problemi a vario livello» e «molte cose aperte che devono essere risolte ad horas». Per Castellucci tergiversare è rischioso: «Si sta giocando con il tempo e con il fuoco e che il tempo sia scaduto è ormai noto».

Camusso a Lupi: non scaricare sul sindacato le sorti dell'azienda
Pronta la replica a Lupi di Susanna Camusso, segretario generale Cgil: «Per quel che ci riguarda gli accordi ci sono già. Sarebbe bene capire cosa stanno facendo Poste e i soci e smetterla di cercare di scaricare sul sindacato le sorti di un'azienda che invece è in mano agli azionisti». Sull'impegno di Poste italiane in Alitalia puntualizza: «Credo che siano il governo e il cda a dovercelo dire».

Angeletti (Uil): sindacato usato come alibi
Se il leader della Cisl Raffaele Bonanni spera «nella fine della via crucis», il leader della Uil, Luigi Angeletti, benedice l'ingresso di Poste : «Se c'è l'accordo con gli azionisti per noi l'accordo è fatto. La realtà non è come viene raccontata, il sindacato è stato usato come un alibi per coprire interessi più corposi come quelli tra gli azionisti». Anche il segretario di Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, che non ha firmato gli accordi integrativi, difende la linea: «È pretestuoso strumentalizzare la nostra posizione sulla parte contrattuale addossando a noi eventuali possibilità di fuga di Etihad. Se ci dovesse essere non può essere imputata a noi che facciamo il mestiere di sindacalisti». E, in attesa di una nuova convocazione, rinnova le critiche all'intesa sui tagli al costo del lavoro, che - afferma a Uilweb Tv - «comporta un sacrificio non di poco conto, concentrato soprattutto in pochi mesi, insostenibile per i lavoratori: spalmare i sacrifici chiesti in 12 mesi, piuttosto, che in 6, sarebbe più sostenibile».

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