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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2014 alle ore 10:10.

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Daniel Hackett (Ansa)Daniel Hackett (Ansa)

Se tutto verrà confermato è una bella storia, di quelle che difficilmente altri sport riescono a regalare. Il matrimonio tra Daniel Hackett e l'Olimpia Milano, che sembrava destinato a chiudersi dopo la squalifica di sei mesi incassata dal giocatore per aver abbandonato il ritiro della Nazionale, dovrebbe continuare come previsto anche nella prossima stagione. Il progetto tecnico che la società e coach Banchi avevano costruito proprio intorno al playmaker italiano non dovrà essere rivisto.

Hackett si è scusato con il club e con il presidente Proli, dando un segnale di sensibilità che in pochi si attendevano: fuori dall'Italia c'era ormai la coda di società pronte a ingaggiarlo, indipendentemente dalla squalifica, pagandolo a caro prezzo. E invece Daniel non solo sembra deciso a restare all'Olimpia, ma anche a tagliarsi l'ingaggio in virtù della 26 giornate di campionato che dovrà saltare a partire dal prossimo mese di ottobre. Di quanto possa essere la decurtazione lo decideranno insieme il general manager dell'Olimpia, Flavio Portaluppi, e l'agente di Hackett, Mario Scotti.

Niente sirene spagnole, turche o russe, quindi, ma un'altra stagione con Fiero il Guerriero per puntare non solo alla riconferma in campo nazionale ma anche a un miglioramento, rispetto alla stagione appena conclusa, in Eurolega: un obiettivo che non può mancare nei piani di una società come Milano.

Non bisogna peraltro trascurare un altro particolare molto importante: la squalifica, anche in assenza del ricorso del giocatore e forse proprio per questo motivo, potrebbe essere ridotta. Due le strade percorribili: la prima è quella dell'indulto, che può essere concesso dal Consiglio Federale riducendo o annullando la sanzione, oppure "sostituendola" con un'altra meno pesante. La seconda, tutta nelle mani del Presidente della Fip, Gianni Petrucci, è invece la grazia: che può essere richiesta dal giocatore solo dopo aver scontato metà della pena prevista. L'atteggiamento di Hackett dopo la squalifica, con una piena accettazione della sentenza del giudice sportivo e le scuse alla Nazionale, potrebbe far breccia nel cuore di Petrucci, che come tutti sanno è innamorato della Maglia Azzurra.

La soluzione del caso Hackett, di cui si attende solo una conferma ufficiale, dovrebbe rimettere in assetto da crociera programmi e strategie di mercato di casa Olimpia. Portaluppi dovrà probabilmente andare a caccia di un altro playmaker, per sopperire all'assenza in campionato del giocatore squalificato, ma non si tratterà di una soluzione altrettanto costosa di quella che avrebbe potuto essere se Hackett avesse lasciato Milano. Accanto a Ragland può bastare, a questo punto, un buon sostituto. E il budget disponibile potrà essere indirizzato alla caccia di giocatori in grado non solo di rimpiazzare l'addio di Langford, Jerrels e degli altri in scadenza e non confermati, ma anche di rinforzare il roster soprattutto in ottica Eurolega.

Linas Kleiza è già stato preso e sulle qualità del giocatore non si possono esprimere dubbi: l'unica incognita potrebbe essere la piena efficienza fisica, ma a Milano in molti ricordano i suoi 26 punti segnati proprio contro l'Olimpia nelle Top 16 di Eurolega della scorsa stagione. Sette anni nell'Nba, tra Denver e Toronto, sono un passaporto di tutto rispetto. Joe Ragland è il play puro che Milano cercava da tempo: troppo piccolo per i parametri Nba, appena un metro e 82, nell'ultima stagione a Cantù ha avuto una media di 16,3 punti a gara, con il 45,7% da tre punti e 3,5 assist a partita.

Ma se tutto trovasse conferma ufficiale l'acquisto più importante potrebbe essere proprio Daniel Hackett, la cui permanenza non solo non rinforzerebbe una concorrente sul palcoscenico europeo, ma permetterebbe a Portaluppi di proseguire il mercato con le stesse stragie che erano state impostate dopo la conquista del 26esimo scudetto.

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