Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2014 alle ore 07:22.
L'ultima modifica è del 31 luglio 2014 alle ore 08:11.

My24

Nonostante le divergenze evidenti, Mas alla fine dell'incontro si è detto soddisfatto della disponibilità del governo nazionale ad analizzare il suo voluminoso dossier. E si è anche spinto oltre. «Ho maturato l'idea che dietro le dichiarazioni che negano la legalità del referendum ci potrebbe essere una qualche proposta che il governo di Madrid intende mettere sul tavolo. Vediamo - ha detto il leader separatista di Convergencia i Unio - se il governo spagnolo ha qualche idea». «Non nego - ha aggiunto Mas - che possa esserci una terza via, ma deve essere indicata dallo Stato».

Il reddito procapite dei catalani è più alto del 17% rispetto alla media dell'Unione europea mentre il reddito medio spagnolo è il 5% sotto la media europea. La Catalogna è la più ricca delle regioni spagnole, ha un Pil di quasi 200 milioni di euro che equivale al 20% dell'intero prodotto nazionale lordo. Ma ha anche un buco in bilancio di circa 8,5 miliardi di euro. Da anni Mas, ma anche gli altri presidenti delle autonomie regionali, chiedono di rivedere i rapporti tra centro e periferia in un sistema nel quale le regioni controllano oltre un terzo della spesa pubblica e hanno la responsabilità di scuole e ospedali ma vivono sostanzialmente di trasferimenti statali.

A 70 giorni dalla data fissata dall'Assemblea della Generalitat de Catalunya, le posizioni non si sono avvicinate. Ma si continuerà a trattare e nessuno ha voglia di arrivare allo strappo definitivo. «In questa fase l'instabilità politica potrebbe compromettere anche la ripresa economica dell'intero Paese», ha dichiarato Rajoy. Mentre Mas deve rattoppare il partito dopo la gravissima vicenda di fondi neri che ha coinvolto Jordy Pujol i Soley, uno dei padri dell'indipendentismo catalano, per 23 anni presidente della Generalitat. E che assieme al vecchio leader rischia di affossare anche la credibilità dell'attuale dirigenza di Convergencia i Unio.

L'Unione europea, attraverso il commissario per il Mercato interno, ha fatto sapere da mesi che «una Catalogna indipendente sarebbe fuori dalla Ue, come stabiliscono i trattati». La Corte Costituzionale spagnola ha giudicato «illegittima» la dichiarazione di
sovranità approvata l'anno scorso dall'Assemblea regionale, «perché è contraria alla Costituzione».
Il «processo di autodeterminazione e indipendenza» come lo definiscono a Barcellona è sostenuto da gran parte dei 7,5 milioni di abitanti della regione. I sondaggi non sono concordi nelle percentuali ma tutti indicano che sono più della metà i catalani favorevoli alla secessione. Mentre nel resto del Paese i cittadini sarebbero quasi neutrali di fronte alla Catalogna indipendente anche perché tre spagnoli su quattro ritengono che la secessione sia impossibile.
Anche a loro deve aver pensato Mas quando ieri dopo aver parlato con Rajoy ha detto: «Vedrete tutti il prossimo 11 settembre una spettacolare Diada. Nel giorno della nostra festa, tutti vedrete la forza della gente della Catalogna».

Shopping24

Dai nostri archivi