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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2014 alle ore 21:01.

Il cda di Nuovo Trasporto Viaggiatori dà il via libera al processo di ristrutturazione finanziaria dopo aver approvato conti 2013 chiusi con perdite sostanzialmente stabili a 77 milioni. Secondo quanto si apprende, il board ha assegnato un mandato formale a Lazard per ristrutturare il debito finanziario netto che a fine dicembre ammonta a circa 666 milioni (592 a fine 2012) e le cui principali scadenze sono fissate nel periodo 2020-25. L'esercizio si è chiuso con un rosso di 77,6 milioni, in linea con i 77,1 milioni dell'anno precedente, su ricavi per 239 milioni (103 milioni nel 2012).
Nel corso dell'esercizio la società dell'alta velocità ferroviaria a marchio Italo ha beneficiato di versamenti soci per circa 80 milioni, cifra che consente - nonostante le perdite registrate - di mantenere il patrimonio netto a 108 milioni. L'azionariato di Ntv comprende quali principali soci Intesa Sanpaolo, le ferrovie francesi Sncf, le Generali e la holding degli imprenditori Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo.
Il consiglio di amministrazione, guidato da Antonello Perricone, ha inoltre esaminato le linee guida del piano industriale del gruppo convenendo di rimandare l'esame degli aspetti più strettamente finanziari tra un paio di mesi, una volta pronta una prima ipotesi di ristrutturazione finanziaria da parte dell'advisor. Nel corso della riunione i consiglieri hanno espresso soddisfazione per l'aumento del numero dei passeggeri sui treni Italo ma allo stesso tempo sarebbe emersa preoccupazione per i ritardi del processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario, ritenuto non ancora pienamente compiuto, e per una complessiva lontananza del mondo politico da questi temi.
Due altre questioni aperte hanno raccolto posizioni di preoccupazione da parte del board di Ntv: l'incertezza sull'esito del ricorso presentato nel maggio scorso all'Authority dei Trasporti sulla determinazione dei pedaggi dell'alta velocità (e sulla loro composizione) e le conseguenze sul business derivanti dall'aumento del costo dell'energia previsto dal Dl competitività 2014.
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