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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2014 alle ore 06:37.

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ROMA
«La situazione economica in Italia e nella Ue è meno favorevole di quello che speravamo a inizio anno». Il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan è stato esplicito ieri, durante la conferenza stampa che si è svolta al termine dell'incontro con il ministro dell'Economia francese Michel Sapin.
La situazione italiana, ha sottolineato il ministro «richiede un maggiore sforzo per la crescita e il consolidamento dei conti pubblici». Serve quindi «ancora di più uno sforzo, sia nazionale che europeo, per la crescita». E «in un contesto di consolidamento dei conti – ha aggiunto Padoan – bisogna pensare alle misure per crescere sul lungo periodo, per le riforme, gli investimenti e l'integrazione dei mercati». Su questo aspetto, del resto, ha sottolineato il responsabile di Via XX Settembre «c'è l'accordo non solo tra Italia e Francia, ma tra tutti i Paesi europei». Per questo motivo come ha ricordato ieri il ministro, nel corso del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea si lavorerà per mettere «le basi di lavoro e di condotta della nuova Commissione europea». Del resto, con il collega francese ieri c'è stata piena sintonia nel ritenere che il sostegno alla crescita - tanto nel breve quanto nel lungo termine, la lotta alla disoccupazione e il ripristino in tutti gli Stati membri di adeguate condizioni di finanziamento per l'economia - soprattutto per le piccole e medie imprese, siano obiettivi fondamentali per l'Unione europea e che il conseguimento di questi obiettivi richiede politiche forti sia a livello nazionale che dell'Unione, in coordinamento tra loro, per sfruttarne appieno le ricadute positive. E, come torna a sottolineare il Tesoro nel suo comunicato, approfondire l'integrazione europea; portare avanti le riforme strutturali; garantire un adeguato orientamento della politica di bilancio nell'area dell'euro; mettere in atto un quadro favorevole alla promozione di investimenti pubblici e privati, sono tutte azioni che fanno parte integrante di una rinnovata strategia generale della Ue per la crescita, che deve prendere rapidamente il via attraverso proposte concrete.
I ministri, nel loro colloquio, hanno anche sottolineato l'importanza del quadro normativo della Ue sui conti pubblici, che contempla la possibilità di equilibrare la disciplina di bilancio con la necessità di sostenere la crescita tenendo conto, ad esempio, delle riforme strutturali e degli investimenti o dell'impatto di circostanze economiche avverse (dunque utilizzando margini di flessibilità). Quel che è certo sin da ora, però, è che per l'Italia la strada da percorrere nella seconda metà dell'anno sarà molto faticosa e che al nostro Paese non saranno consentiti errori. Come ha certificato ieri l'Istat, nella sua nota congiunturale mensile «il recupero della crescita economica si annuncia più difficile di quanto prospettato. I segnali provenienti dalle famiglie e dalle imprese sembrano delineare una fase di sostanziale stagnazione dell'attività economica anche se emergono alcuni segnali positivi sull'occupazione».
Negli ultimi mesi, scrive l'Istat, si sono intensificati i segnali di difficoltà nell'avvio della ripresa. Le famiglie, «colpite dalla crisi e dalle implicazioni di necessari aggiustamenti del bilancio familiare, si mantengono ancora caute nelle decisioni tra consumo e risparmio». E «il sistema delle imprese continua a risentire negativamente dalla debolezza delle condizioni interne di domanda e del non brillante andamento della domanda estera».
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