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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2014 alle ore 14:59.

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Riabilitato per necessità: necessità di una leadership forte nella sponda Sud del Mediterraneo, in un momento d'indescrivibile disordine. Più o meno è questo il messaggio della visita di Matteo Renzi al Cairo, in qualità di premier del Paese che ora guida l'Unione Europea: qualsiasi cosa abbia fatto il regime egiziano per conquistare il potere – fu golpe sanguinoso o rivolta popolare quello che un anno fa fu fatto contro Mohamed Morsi e i Fratelli musulmani? – ora in Egitto serve un leader forte.

Abdel Fattah al Sisi, feldmaresciallo e comandante in capo delle forze armate, capo del Consiglio supremo militare, vice premier, ministro della Difesa e della produzione militare prima di diventare capo dello Stato, è l'uomo che serve. A Est il caos libico, a Nord un mare attraversato da disperati, a Ovest la penisola del Sinai infiltrata dalle milizie qaidiste, a Nord-Est la guerra di Gaza fra Hamas e Israele.
E' necessario che dopo la stagnazione di Hosni Mubarak, le illusioni di pizza Tahrir, la mediocrità del governo dei Fratelli musulmani e la brutalità con la quale sono stati cacciati da un potere conquistato col voto, l'Egitto torni ad essere un pilastro geopolitico nella regione.

"Se non c'è un ruolo forte dell'Egitto non c'è spazio di discussione nel Mediterraneo", dice Matteo Renzi. E' vero ma il problema ora è anche più drammatico: è il "Grande Mare" che scompare, se l'Egitto non torna ad avere un ruolo, non rimette in moto la sua economia, non fa quelle riforme sociali strutturali per modernizzare il Paese.
Almeno per quello che riguarda la crisi di Gaza, l'Egitto è l'unico Paese ad avere per le mani la soluzione negoziata della guerra e, forse, una via d'uscita politica. "State tranquilli, è tutto sotto controllo", ha risposto al Sisi alle preoccupazioni europee e internazionali che riguardano anche il resto, compresa la capacità egiziana di fare le riforme interne necessarie. C'è più di una ragione per nutrire dubbi ma l'ottimismo del nuovo presidente egiziano è almeno un buon inizio.

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