Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2014 alle ore 12:14.
L'ultima modifica è del 04 agosto 2014 alle ore 18:17.

My24
AnsaAnsa

Sono giorni decisivi per il salvataggio di Alitalia. Oggi intorno alle 18 al ministero dell'Economia sono convocati i soci italiani della compagnia per preparare l'incontro con l'ad di Etihad, James Hogan, che atterrerà domani a Roma. Obiettivo: definire tutti i tasselli per il completamento del puzzle e la chiusura del dossier, con l'ingresso di Etihad al 49 per cento. La conclusione è attesa per venerdì 8 agosto, la data fissata per arrivare alla firma. Non prima, però, dell'assemblea dei soci di Alitalia per una nuova decisa iniezione di risorse: una manovra da 865milioni tra 300 di aumento di capitale e 565 di ristrutturazione di parte del debito con una conversione in equity.

I dettagli al vaglio degli esperti
Il potenziamento della situazione patrimoniale e la riduzione del debito sono d'altronde condizioni poste da Etihad. E a Hogan spetta dire l'ultimo sì, quello definitivo: chiarire se la compagnia emiratina accetta la nuova soluzione proposta da Alitalia, ovvero la creazione di due società, la newco e la midco, voluta da Poste Italiane per investire altri 70 milioni al riparo dai conti in rosso e dal pericolo di vecchi contenziosi. Un sistema sul quale è arrivato un primo via libera di massima, ma che è ancora al vaglio degli esperti legali e fiscali.

Gli obiettivi del salvataggio
L'accordo con Etihad servirà ad aprire la strada del rilancio per Alitalia, che in pochi anni ha accumulato perdite per 1,4 miliardi e un debito di quasi un miliardo. Il primo semestre 2013 si era chiuso con la perdita record di 294 milioni e un debito a quota 946 milioni. La previsione, se le nozze andranno in porto, è di un ritorno all'utile nel 2017.

Al via domani il confronto sulle procedure di mobilità
Parte domani, intanto, il confronto tra azienda e sindacati sulle procedure di mobilità, comunicate il 31 luglio, per 2.171 lavoratori di Alitalia, come previsto dall'accordo sui 2.251 esuberi indicati dal piano industriale di Etihad (80 dipendenti hanno però già cessato il rapporto di lavoro). Il confronto in sede aziendale, il primo step previsto dalla legge 223 in materia di licenziamenti collettivi, dovrebbe esaurirsi subito con la firma di un verbale di mancato accordo (la Filt-Cgil è contraria agli esuberi) e spostarsi così in sede ministeriale. Anche qui i tempi potrebbero rivelarsi più brevi dei 35 giorni previsti dalla legge: l'accordo quadro sugli esuberi firmato il 12 luglio scorso dai sindacati (tranne la Cgil) prevede che il
confronto possa esaurirsi in cinque giorni.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi