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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 16:26.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2014 alle ore 16:34.

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(Ap/LaPresse)(Ap/LaPresse)

FRANCOFORTE - Scendono ancora gli ordini all'industria tedesca, a conferma di un secondo trimestre in brusca frenata per l'economia della Germania. Nel mese di giugno, gli ordini sono calati del 3,2%, dopo il declino dell'1,6% di maggio. I mercati si aspettavano un aumento dello 0,9%. Nel secondo trimestre in complesso il calo è stato dello 0,6%.

Anche se molta attenzione si è concentrata negli ultimi tempi sulle possibili ripercussioni per l'industria tedesca delle sanzioni contro la Russia (la Germania è uno dei principali partner commerciali di Mosca), il capo più marcato viene dagli altri Paesi dell'area dell'euro, che hanno accusato addirittura un -10,4% a giugno, il calo più forte dal dicembre 2008. Un segnale che il cattivo andamento delle altre economie della moneta unica (l'Italia è in recessione, la Francia stagnante, solo la Spagna fra i maggiori Paesi dà qualche indicazione di ripresa), che restano fra i principali mercati dell'export tedesco, pesa sull'industria della Germania.

Escludendo l'area euro, il dato degli ordini di giugno è piatto, ma dopo una caduta del 5,1% a maggio. Gli ordini dall'estero sono calati in complesso del 4,1%, ma anche la domanda interna si è contratta dell'1,9. Il risultato peggiore è venuto dai beni di investimento. «Se l'incertezza è alta – osserva Rainer Sartoris, dell'ufficio di Francoforte di Hsbc, il quale prevede una debolezza prolungata per il settore industriale – le imprese si astebngono da decisioni di investimento importanti».

Si attende ora una conferma dal dato della produzione industriale di domani, ma la sensazione è che la frenata del secondo trimestre sia stata più netta del previsto. Finora, sia la Bundesbank, sia il Fondo monetario avevano stimato una buona ripresa nella seconda metà dell'anno (parte della frenata del secondo trimestre è dovuta a fattori statistici), con una crescita che dovrebbe sfiorare il 2% (1,8-1,9). Si tratta di vedere quanto inciderà il rallentamento del periodo aprile-giugno e se ci sarà qualche ripresa nel resto dell'eurozona, che continua a boccheggiare.

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