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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 17:04.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2014 alle ore 18:14.

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Beatrice Lorenzin (Ansa)Beatrice Lorenzin (Ansa)

Botta e risposta fuori da palazzo Madama tra il ginecologo Severino Antinori e il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. L'esperto di procreazione medicalmente assistita, che da questa mattina protesta davanti a palazzo Chigi contro il sequestro da parte dei Carabinieri del congelatore di ovuli ed embrioni nella sua clinica di Milano, si è spostato sotto il Senato in attesa che il ministro uscisse al termine dell'audizione in commissione Igiene e sanità

Lo scontro fra il ginecologo e il ministro
Avvicinatosi a Lorenzin, Antinori ha sostenuto che sia stato proprio il ministro a ordinare il sequestro delle attrezzature e del materiale e l'ha accusata di essere «contro la libertà procreativa». «Stia attento - ha ribattuto il ministro allontanandosi - potrebbe arrivarle una denuncia per diffamazione». I Nas, nei giorni scorsi, hanno effettuato il sequestro della documentazione presso la clinica milanese di Antinori dopo l'annuncio dell'esperto di aver effettuato fecondazioni eterologhe su varie pazienti.

Il ginecologo in sciopero della fame da questa mattina
Antinori ha annunciato di aver iniziato uno sciopero della fame ad oltranza davanti a Palazzo Chigi per protestare quelli che ritiene «atti persecutori nei miei confronti da parte del ministro della Salute e dei Nas, che hanno commesso una serie di illegalità e abusi di ufficio». Antinori ha quindi affermato, in riferimento ad alcune notizie di stampa, di «non aver mai effettuato compravendita di gameti» per le fecondazioni eterologhe effettuate presso la clinica milanese Matris. «È falso - ha affermato - che non ci sia la documentazione relativa alla tracciabilità dei gameti utilizzati per gli interventi di fecondazione eterologa».

Il legale di Antinori: oggi la documentazione ai Nas
Il legale di Antinori, l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, ha dichiarato, in relazione alla vicenda del materiale biologico sequestrato, al vaglio della Procura di Milano, che «tutto è in regola , sia per quanto concerne l'idoneità dei donatori sia per le modalità di trasporto del materiale biologico dalla Spagna all'Italia, in particolare dalla clinica Ginemed di Siviglia alla Matris. Peraltro non è stato facile acquisire i documenti in quanto la legge spagnola impone il più assoluto riserbo sull'identità dei donatori». «Ci troviamo quindi nella condizione - aggiunge il legale di Antinori - di dover violare la legge spagnola per ottenere il dissequestro del materiale biologico. Nel pomeriggio curerò personalmente l'inoltro ai Nas di Milano delle certificazioni attestanti l'identità delle 20 donatrici spagnole e le sigle riconducibili ai 10 donatori uomini con le relative attestazioni di idoneità al fine di ottenere l'immediato dissequestro».

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