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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2014 alle ore 19:38.
L'ultima modifica è del 07 agosto 2014 alle ore 20:50.
L'Argentina ha deciso di denunciare gli Stati Uniti davanti alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja nell'ambito della battaglia sul debito che lo scorso 30 luglio ha provocato la caduta del Paese sudamericano nel suo secondo default in 13 anni, l'ottavo nella sua storia.
La tesi sostenuta da Buenos Aires presso il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite è che le decisioni prese dal giudice americano Thomas Griesa violano la sovranità della nazione sudamericana.
Griesa è l'uomo che sovrintende la disputa sul debito tra Argentina e un gruppo di hedge fund (NML Capital, divisione di Elliott Management, e Aurelius Capital Management). È lui ad avere stabilito che gli hedge fund - che dopo il default del 2001 non accettarono le ristrutturazioni del debito del 2005 e 2010 - devono essere rimborsati prima che il Paese sudamericano possa continuare a onorare i propri impegni con gli altri creditori «exchange», che invece accettarono il concambio.
La Corte dell'Aja però potrà prendersi cura del caso solo se gli Stati Uniti acconsentono.
L'Argentina aveva parlato di «precarietà del sistema giudiziario americano» quando lo scorso 30 luglio non riuscì a trovare un accordo con gli hedge fund, cadendo dunque in default perché impossibilitata a pagare gli interessi sui bond detenuti dai creditori «exchange».
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