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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 11 agosto 2014 alle ore 14:31.
ROMA - L'Italia è di nuovo in recessione tecnica. Nel secondo trimestre dell'anno il prodotto interno lordo è infatti diminuito dello 0,2% rispetto al primo trimestre (quando il calo si fermò allo 0,1%) e dello 0,3% in termini tendenziali. Il dato è marginalmente peggiore delle aspettative della vigilia, che oscillavano tra un +0,3% e un -0,1%.
Nella stima preliminare Istat diffusa ieri e che verrà confermata il 29 agosto con i conti trimestrali, si parla di un calo congiunturale del valore aggiunto che riguarda tutti i grandi comparti: agricoltura, industria e servizi. Più in particolare dal lato della domanda nel secondo trimestre dell'anno, che ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto ai primi novanta giorni, la variazione congiunturale del Pil ha potuto contare su un contributo pari a zero per la componente nazionale e negativo per quella estera (già in giugno le stime Istat sull'export extra Ue segnavano un calo del 4,3% rispetto a maggio). Tra i principali aggregati della domanda interna, vale sottolinearlo, nel primo trimestre dell'anno l'Istat aveva anche registrato l'ennesimo calo dell'1,1% della spesa per investimenti fissi lordi, una delle voci più pesanti che spiegano il recesso in corso. «I dati negativi che ci arrivano dall'Istat riguardano soprattutto gli investimenti mentre sui consumi sono moderatamente positivi» aveva detto il ministro Pier Carlo Padoan nell'intervista di ieri al Sole24Ore. Tra il 2008 e il 2013 la spesa per investimenti è calata di 75 miliardi; circa cinque punti di Pil.
A questo punto la variazione acquisita per il 2014, confermata in caso di dinamiche nulle nel terzo e quarto trimestre, è pari a -0,3%. Una prospettiva piuttosto lontana dalle vecchie previsioni del Governo ma anche delle principali organizzazioni e istituzioni internazionali (Ocse, Fmi e Commissione Ue) e di Bankitalia. Il 23 luglio il Centro studi di Confindustria nella sua congiuntura flash parlava di «dinamica piatta del Pil», mentre Ref, che è uscito quale giorno dopo, ipotizzava una crescita annua pari a zero; stime che alla luce dei dati Istat di ieri rischiano di apparire ottimistiche.
Tra aprile e giugno, fa notare l'Istat, il Pil è aumentato in termini congiunturali dell'1% negli Usa e dello 0,8% nel Regno Unito (rispettivamente +2,4 e +3,1% in termini tendenziali). Amara la lettura delle variazioni trimestrali precedenti anche dopo le revisioni statistiche: il segno più (0,1%) c'è stato solo nell'ultimo intervallo del 2013, dopo nove trimestri consecutivi con il segno negativo che si erano susseguiti dalla metà del 2011. E il 2014 archivia ora altri due trimestri negativi facendo segnare un livello di Pil piùbasso degli ultimi 14 anni.
Il dato di ieri è l'ultimo diffuso dall'Istat sulla base del vecchio sistema europeo dei conti nazionali Sec 95. Da settembre anche il nostro Istituto di statistica passerà al nuovo sistema Sec 2010, in linea con gli altri paesi Ue. L'aggiornamento comporterà l'inserimento nei conti nazionali di alcune voci finora non utilizzate nel calcolo del valore monetario del Pil. In particolare le spese in ricerca e sviluppo verranno ora considerate come spese per investimento e non più come costo intermedio. L'altra novità riguarda la riclassificazione da «consumi intermedi» a «investimenti» della spesa per armamenti, accanto alla nuova metodologia di stima degli scambi con l'estero di merci da sottoporre a lavorazione, e alla verifica del perimetro delle amministrazioni pubbliche sulla base degli aggiustamenti metodologici disposti dal Sec2010. Novità anche per le attività illegali, con l'inserimento di stime relative al traffico di stupefacenti, prostituzione e contrabbando di sigarette o alcol.
La variazione del Pil in termini di valori monetari, ma non certo di dinamica, con Sec 2010 dovrebbe essere positiva e non inferiore al 2% (in Francia la rivalutazione è stata del 3,2%). Istat diffonderà il 9 settembre i dati con il ricalcolo del Pil del 2011 e il 22 settembre i nuovi conti economici annuali basati su Sec 2010. È ipotizzabile che il nuovo quadro macroeconomico del Governo, contenuto nella Nota di aggiornamento di settembre del Def, sia già basato sul nuovo sistema.
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