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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2014 alle ore 21:53.
L'ultima modifica è del 09 agosto 2014 alle ore 11:21.

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(Reuters)(Reuters)

È ufficialmente braccio di ferro tra Argentina e Stati Uniti. Dopo che giovedì Buenos Aires aveva denunciato Washington presso la Corte internazionale di giustizia dell'Aia, il giorno successivo dal Dipartimento americano di Stato è arrivato un chiaro messaggio: il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite istituito nel 1946 «non è la sede giusta per la battaglia sul debito» che lo scorso 30 luglio ha portato in default il Paese sudamericano.
Di fatto l'amministrazione Obama - il cui sistema giudiziario è stato definito «precario» dall'Argentina - ha spento ogni speranza che il governo di Cristina Fernandez de Kirchner potesse nutrire: gli Stati Uniti devono acconsentire all'intervento della Corte dell'Aia affinché possa considerare la disputa ma chiaramente non lo vogliono fare. Anzi. Washington «continua a fare pressioni sull'Argentina per risolvere la questione del debito» direttamente con i diretti interessati, ossia un gruppo americano di hedge fund (TMNews).

Una nuova udienza del giudice americano Thomas Griesa. In linea teorica potrebbe profilarsi un accordo tra il governo di Cristina Fernandez de Kirchner e gli hedge funds che non hanno accettato le proposte di Buenos Aires e hanno spinto l'Argentina in default. Tuttavia le speranze sono poche. Il capo gabinetto del governo, Jorge Capitanich, ha ricordato che Griesa potrebbe ancora ritirare la sua ordinanza, con la quale stabilisce che Buenos Aires non può procedere al rimborso dei creditori che hanno aderito al concambio prima di aver pagato il 100% agli holdout, i fondi che non hanno aderito al consolidamento del debito. « Il giudice non ha fatto nulla - spiega Capitanich - non ha risolto assolutamente nulla. La nostra speranza è attualmente zero».

L'udienza, che si svolgerà nelle prossime ore, arriva all'indomani dalla denuncia presentata dall'Argentina contro gli Stati Uniti presso la Corte Internazionale di Giustizia (Cij) dell'Aia e una serie di dichiarazioni pubbliche della presidente Fernandez de Kirchner e del suo ministro dell'Economia, Axel Kicillof, molto critiche contro Griesa e contro lo "special master" nominato dal magistrato per favorire le conversazioni fra le parti, Daniel Pollack.

L'Argentina ha presentato ripetutamente una richiesta di sostituzione di Pollack, accusandolo di "parzialità" e "incompetenza", ma Griesa l'ha sempre respinta.
Buenos Aires insiste inoltre nel sostenere che è irregolare il blocco, deciso dal giudice, di oltre 500 milioni di dollari depositati presso la Bank of New York Mellon per pagare i detentori di bonds che hanno accettato gli swap del 2005 e 2010, e ha chiesto ai possessori di bond di denunciare la banca e lo stesso Griesa. Non solo, ha chiesto anche al governo di Barack Obama di intervenire direttamente nella vicenda: «Non è possibile che non si possano porre limiti a questo magistrato», ha dichiarato Kicillof.

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