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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2014 alle ore 06:38.

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Non è ancora chiaro se la tregua a Gaza porterà a un cessate il fuoco duraturo o se tra Hamas e Israele riprenderanno i combattimenti. La battaglia non ha determinato una svolta militare e l'assenza di un vincitore e uno sconfitto contribuisce a far percepire come "morti inutili" le 2mila vittime di questi 29 giorni di combattimenti: Israele oggi non è più sicura mentre Hamas può ancora colpire lo Stato ebraico.
L'operazione "Protective Edge" ha evidenziato i limiti della potenza militare israeliana. Tsahal ha i mezzi per riconquistare la Striscia di Gaza ma dovrebbe combattere una durissima battaglia casa per casa (e tunnel per tunnel) sopportando perdite elevate e provocando molte vittime civili sia a causa dell'altissima densità abitativa di Gaza sia perché i miliziani si fanno scudo della popolazione.
L'unico successo tangibile, strategico e risolutivo per la sicurezza di Israele, è costituito dall'annientamento dell'avversario. Una vittoria che le pressioni internazionali e soprattutto quelle degli Stati Uniti (che finanziano con oltre 2 miliardi di dollari annui la difesa israeliana) impediscono a Gerusalemme di cogliere. Certo la distruzione di Hamas come forza combattente lascerebbe aperto l'enorme problema dell'amministrazione di Gaza ma costituisce l'unica opzione che può garantire nel tempo la sicurezza di Israele. Meglio non farsi illusioni circa le trattative per il disarmo di Hamas che rischia di assomigliare a quello di Hezbollah, previsto dagli accordi post bellici del 2006 in Libano ma mai attuato.
Tsahal combatte con un braccio legato dietro la schiena al punto da annunciare preventivamente le aree che saranno attaccate per consentire ai civili di evacuarle: così i miliziani hanno potuto cambiare posizione imponendo spesso ai civili di restare nelle loro case. I 64 caduti israeliani costituiscono le perdite più alte sofferte dal conflitto libanese del 2006 e sono in parte frutto della guerra "politically correct". I miliziani delle brigate Ezzedin el Qassam sapevano infatti dove gli israeliani sarebbero penetrati e del resto le ridotte dimensioni della Striscia impongono agli attaccanti precise direttrici di marcia lungo le quali sono stati seminati ordigni, mine e trappole esplosive che da soli hanno provocato almeno il 25% dei caduti israeliani. Le imboscate, i kamikaze e il massiccio impiego di armi anticarro contro gli edifici da parte dei palestinesi hanno contribuito ad alzare il prezzo dell'offensiva terrestre. Il generale Sammy Turgeman, alla testa del Comando Sud delle forze israeliane, si è detto certo che tutti i costosi tunnel che consentivano ai miliziani di entrare in territorio israeliano sono stati distrutti. Ammesso che sia vero ciò non impedirà ad Hamas di costruirne altri mentre la vera rete di tunnel e bunker, quella che ospita arsenali e comandi delle milizie palestinesi (una città sotto la città progettata dai genieri iraniani) ha subìto pochi danni.
Anche Hamas ha ottenuto successi solo parziali. A dispetto degli oltre 3mila razzi lanciati contro Israele ha ucciso solo 3 civili. Quasi 600 delle sue armi sono state intercettate dallo "scudo" Iron Dome che colpisce solo gli ordigni diretti verso centri abitati e obiettivi strategici: oltre 2.700 razzi e molti colpi di mortaio sono esplosi senza provocare danni. Gli arsenali, stimati in 10 mila ordigni, verranno presto ripristinati grazie all'Iran e alle officine militari di Gaza ma la disponibilità di droni e razzi a lungo raggio M-302, in grado di raggiungere tutto il territorio israeliano, ha rappresentato un successo solo psicologico per Hamas che è riuscita però a conseguire un punto importante inducendo molte compagnie aeree a disertare per alcuni giorni l'aeroporto Ben Gurion. Secondo gli israeliani Hamas avrebbe perso in battaglia 900 combattenti, circa il 10 per cento delle sue forze stimate in 10 mila uomini. Perdite severe che non avrà però difficoltà a rimpiazzare rapidamente attingendo dalle centinaia di migliaia di giovani di Gaza indottrinati e addestrati fin dalle scuole elementari.
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