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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2014 alle ore 10:46.
L'ultima modifica è del 09 agosto 2014 alle ore 10:52.

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Cambio di passo per l'attività legislativa del Governo: in un mese e mezzo – ovvero dal 18 giugno al 7 agosto – la produzione di atti normativi approvati dal Consiglio dei ministri è cresciuta del 27 per cento. Incremento dovuto soprattutto ai disegni di legge, passati da 8 a 26 (+18%), mentre è più contenuta la crescita dei decreti legislativi (+6%, da 24 a 30) e dei decreti legge (+3%, da 14 a 17), tre dei quali sono ancora in attesa di conversione. La fotografia è stata scattata dall'ufficio del programma di Governo e illustrata ieri dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, durante la riunione del Consiglio dei ministri.

Nonostante le intenzioni annunciate tempo fa dall'Esecutivo di incrementare la quota delle norme autoapplicative, l'obiettivo è ancora lontano dall'essere centrato. Solo il 38% dei provvedimenti finora varati e pubblicati sulla «Gazzetta Ufficiale» (cioè 15 su 40: si tratta di 12 leggi, 6 decreti legge e 22 decreti legislativi,) non prevedono il rinvio a misure attuative, che invece si rendono necessarie per dare piena operatività ai restanti 25 atti, per un totale di 171 regolamenti da predisporre.

Il lavoro più pesante spetta al ministero dell'Economia, che deve preparare 33 provvedimenti di attuazione, seguito dall'Ambiente (24 tra decreti e regolamenti), dalla Presidenza del consiglio (22) e dai Beni culturali (18). Un fardello reso ancora più gravoso dall'eredità che il Governo Renzi ha ricevuto dai precedenti Esecutivi a guida Monti e Letta. Si tratta – sempre secondo il monitoraggio illustrato ieri – di altri 531 provvedimenti (258 ascrivibili a Monti e 273 a Letta), su un totale di 1.153 previsti, che ancora mancano all'appello per dare completa efficacia alle manovre varate a partire dal 2011, dalle riforme per la crescita a quelle sulla semplificazione, la spending review, il lavoro, la cultura, i costi della politica, i tributi.

La strada da percorrere, dunque, è ancora lunga, anche se il processo di attuazione ha fatto registrare in quest'ultimo mese e mezzo un significativo passo avanti. Per quanto riguarda le misure ereditate dal Governo Monti si è, infatti, passati da un tasso di applicazione del 56,4% di metà giugno al 64,2% di oggi. Ancora più brillante la performance relativa all'attuazione delle norme varate dall'Esecutivo Letta, con un aumento percentuale di oltre dieci punti rispetto a giugno: dal 24 al 37 per cento. Risultato che non deve, tuttavia, far passare in secondo piano il fatto che diversi dei provvedimenti ancora in lista d'attesa hanno già oltrepassato i termini che il legislatore aveva a suo tempo fissato perché venissero adottati: nel caso del Governo Monti i regolamenti scaduti sono 101 (ovvero il 39%), mentre per Letta sono 103 (il 38%).

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