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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2014 alle ore 17:25.
L'ultima modifica è del 11 agosto 2014 alle ore 21:44.

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(Afp)(Afp)

Mosca e Kiev hanno trovato un'intesa per una missione umanitaria in Ucraina sud-orientale, nella zona di Lugansk, ai separatisti assediati dall'esercito regolare. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dall'agenzia Itar-Tass. E il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è detto d'accordo a patto che non ci siano truppe russe al seguito. Lo ha fatto sapere sapere l'ufficio stampa della presidenza ucraina precisando che alla missione umanitaria «sotto l'egida del Comitato internazionale della Croce rossa» parteciperebbero «Ue, Russia, Germania e altri partner», tra cui gli Stati Uniti. Il presidente ucraino Petro Poroshenko avrà un colloquio con Obama a margine del vertice Nato previsto il 4 e settembre a Newport, nel Regno Unito.

«Oggi - ha detto Lavrov - posso dire con cauto ottimismo che sono stati rimossi tutti gli ostacoli possibili e impossibili. Spero che questo intervento umanitario si svolgerà presto sotto l'egida del Comitato internazionale della Croce rossa». Il capo della diplomazia di Mosca si è poi augurato che «i partner occidentali non metteranno i bastoni tra le ruote e penseranno alle persone che hanno urgentemente bisogno che le forniture di elettricità e acqua siano ripristinate». L'Ucraina sud-orientale è dilaniata da aprile da una guerra tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti filorussi in cui finora sono morte circa 1.500 persone.

La Russia «in cooperazione con i rappresentanti del Comitato internazionale della Croce rossa internazionale manderà una missione umanitaria in Ucraina», ha confermato il presidente russo Vladimir Putin in una conversazione telefonica con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, ha comunicato l'ufficio stampa del Cremlino.

Barroso ha diffidato Putin dal mettere in campo azioni militari unilaterali dietro qualsiasi pretesto, incluso quello umanitario. Anche perché la denuncia da parte della Nato di circa 20mila soldati russi ammassati al confine (addirittura 45mila secondo Kiev) non contribuisce di certo ad allentare la tensione. Oggi il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, non ha esitato a parlare di «un'alta probabilità» che il Cremlino - che Kiev e i suoi alleati occidentali accusano da tempo di armare e sostenere i separatisti - intervenga militarmente in Ucraina.

Nel fine settimana le forze di Kiev avevano continuato a guadagnare terreno, costringendo i ribelli ad arretrare ulteriormente. Il territorio intorno a Donetsk sarebbe ormai circondato e tra il capoluogo del Donbass e Lugansk, l'altro grosso centro regionale a ridosso della frontiera con la Russia, l'esercito ucraino ha interrotto i collegamenti tra gli insorti.

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