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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2014 alle ore 18:40.
L'ultima modifica è del 14 agosto 2014 alle ore 15:45.

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L'olio su tela del Guercino "Madonna coi santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo' (Ansa)L'olio su tela del Guercino "Madonna coi santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo' (Ansa)

Il furto notturno di un quadro dal valore inestimabile del Guercino è stato scoperto alle 13 a Modena. Dalla chiesa di San Vincenzo in corso Canalgrande è sparita la "Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo", olio su tela di 293x184,5 centimetri datato 1639. Era stata esposta fino a pochi giorni fa alla Reggia di Venaria Reale di Torino. A dare l'allarme il parroco, attonito. Sul posto polizia e pm di turno.

Sgarbi: vale 6 milioni di euro
Secondo Vittorio Sgarbi la «pala d'altare con un San Gregorio meravigliosamente abbigliato, un'opera monumentale della prima maturità dell'artista» può valere tra i 5 e i 6 milioni di euro. «In quella chiesa non c'era un sistema d'allarme - ha detto Sgarbi -: come è possibile che la soprintendenza abbia permesso che un'opera così preziosa rimanesse lì senza sicurezze?". Un furto clamoroso, fa notare il critico ferrarese, ma anche inspiegabile, giacché si tratta di un'opera praticamente invendibile.

La Soprintendenza: la tela era in custodia alla Curia
«Magari avessimo le risorse per mettere l'allarme ovunque», ha commentato una funzionaria della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia rispondendo alle accuse del critico Vittorio Sgarbi. Dicendo di parlare anche a nome del Soprintendente, Stefano Casciu, il funzionario ha spiegato: «Posso dire che il Guercino in questione era in una parrocchia e dunque in custodia alla Curia. Non c'era allarme, ed è buona norma che in assenza di allarme i luoghi di custodia siano chiusi. La parrocchia era chiusa, in effetti. Purtroppo i malviventi sono più veloci di noi e sono capaci di tutto. Ma ripeto, mettere sotto tutela tutte le opere d'arte presenti è un compito al di sopra delle nostre possibilità economiche».

L'allarme c'era ma era spento
«In realtà l'allarme in Parrocchia c'era, solo che era inattivo. Era stato allestito su finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, mi ha spiegato il parroco, ma aveva alti costi di gestione e una volta cessati i finanziamenti è stato spento. È davvero difficile assicurare una tutela a tutto il nostro patrimonio artistico», ha spiegato il vicario generale dell'Arcidiocesi di Modena e Nonantola, Monsignor Giacomo Morandi.

Da settimane furti nelle chiese della provincia
Il furto del quadro del Guercino dalla chiesa di San Vincenzo a Modena è certamente il più grave subito dal patrimonio artistico diocesano e cittadino negli ultimi decenni. Ma da settimane le chiese della provincia sono in balia dei ladri: da Polinago a Palagano, passando per Formigine, Fiorano e Frassinoro, molte chiese parrocchiali e frazionali sono state saccheggiate di calici, candelabri, arredi sacri e quadri di scarso valore artistico. Tanto che la diocesi era in allarme ed erano state intensificate le misure di sicurezza, per quanto possibile, nei luoghi di culto, soprattutto i più isolati.

Negli anni Novanta un altro furto clamoroso
Il furto nella chiesa di corso Canalgrande, però, appare clamoroso per il valore dell'opera asportata e per il fatto che i ladri hanno agito in pieno centro. Il maxi colpo fa tornare alla mente il furto commissionato negli anni Novanta da Felice Maniero che riuscì a rubare quattro quadri dalla Galleria civica di Modena, tra cui il ritratto di Francesco I del Velasquez e dipinti del Correggio. Lo stesso boss della mala del Brenta li fece poi ritrovare.

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