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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2014 alle ore 11:15.
L'ultima modifica è del 14 agosto 2014 alle ore 13:10.

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Nel secondo trimestre il Pil dell'Eurozona, destagionalizzato, è rimasto fermo rispetto al trimestre precedente e ha segnato, secondo le stime preliminari fornite da Eurostat, una crescita dello 0,7% rispetto al secondo trimestre del 2013. Nell'intera Unione europea il Pil segna +0,2% congiunturale e +1,2% tendenziale. Nel primo trimestre il Pil dell'Eurozona era cresciuto dello 0,2% (+0,9% su anno), quello dell'Ue dello 0,3% (+1,4% tendenziale). Per il secondo trimestre il consenso prevedeva per l'Eurozona un segno sia pur minimo positivo (+0,1%) su base trimestrale; centrata la previsione su base annuale.

L'inflazione dell'Eurozona in luglio su base annua è allo 0,4%, in arretramento dal +0,5% di giugno. Lo rende noto Eurostat. Si tratta del livello piu' basso dall'ottobre 2009. Nel luglio 2013 il tasso di inflazione era 1,6 per cento. L'indice su base mensile ha segnato -0,7 per cento in luglio, un po' peggio del consenso che stimava un arretramento del livello dei prezzi al consumo dello 0,6 per cento. Centrata invece l'attesa sul dato tendenziale.

La Ue: attuare le riforme
«Ci troviamo davanti ad un quadro misto e come abbiamo sempre sottolineato la natura della ripresa è fragile. I dati devono essere considerati in un quadro economico di medio termine ed è importante attuare le riforme»: così l'Ue sul Pil dell'Eurozona. Si evidenzia che i Pil di Spagna e Portogallo, Paesi che le hanno fatte, stiano crescendo. «L'attuale aggiustamento nell'Eurozona è una storia di profondo cambiamento strutturale. Ci sono fondamenta sane perché la ripresa vada avanti. Sviluppi di situazioni all'estero possono accrescere l'incertezza, ma le nostra fondamenta restano intatte», spiega ancora un portavoce della Commissione sui risultati del Pil dell'Eurozona.

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