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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2014 alle ore 08:11.

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Il nuovo premier dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, ha annunciato che sono in arrivo rinforzi per i miliziani filorussi nell'Ucraina orientale: 150 mezzi blindati, tra cui 30 carri armati, autoblindo e veicoli da combattimenti per la fanteria, oltre a 1.200 uomini. La Russia però smentisce.
Zakharcenko - parlando in un video diffuso su YouTube - non ha specificato in realtà da dove provengano uomini e mezzi, ma ha comunque sottolineato che gli uomini armati sarebbero stati addestrati per quattro mesi «nel territorio della Federazione russa».
Le sue parole giungono mentre in Ucraina orientale le forze governative stringono sempre di più in una morsa le due maggiori città rimaste in mano ai ribelli: Luhansk e Donetsk, nei pressi della quale l'esercito di Kiev ha catturato ieri la cittadina di Zhdanivka. Arrivano anche dopo che Kiev ha dichiarato di aver distrutto parte di un convoglio militare russo che avrebbe attraversato la frontiera tra i due Paesi nella notte fra giovedì e venerdì. Notizia anche in questo caso smentita dal Governo di Mosca.
Fermi i convogli di aiuti
Prosegue intanto lo stallo sul convoglio di aiuti umanitari inviato dai russi verso l'Ucraina orientale, che è ancora bloccato prima del confine, in attesa di essere ispezionato. Le parti avrebbero raggiunto un'intesa tecnica con la Croce Rossa ma manca ancor l'ok del Governo ucraino.
L'Ucraina teme che gli aiuti (acqua, cibo e medicinali trasportati da 280 camion russi) rappresentino un «cavallo di troia» di Mosca per introdurre nel Paese rifornimenti militari ai ribelli. Mosca ha definito le accuse «assurde». Gli autotreni russi, con 1.800 tonnellate di aiuti umanitari secondo Mosca, si trovano a una trentina di chilometri dal confine ucraino, nella località di Kamensk-Shakhtinsky. Gli agenti di frontiera e i doganieri ucraini arrivati in territorio russo non hanno ancora iniziato a ispezionarli, in attesa di ricevere i documenti della Croce rossa che dovrebbe procedere poi alla distribuzione.
Un funzionario del ministro delle Situazioni di emergenza russo ha dichiarato che Mosca ha inviato una dichiarazione alle autorità doganali ucraine sul contenuto dei camion. Il rappresentante dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) presente sul posto, Paul Picard, ha riferito di una riunione tenutasi questa mattina tra servizi della dogana russi e rappresentanti ucraini, senza fornire però maggiori dettagli. La Croce Rossa, che non ha partecipato alla riunione, ha confermato di non aver ancora ispezionati i camion russi, in attesa di un accordo tra le parti.
Il monito degli Usa
Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Russia di cessare quelle che hanno definito «provocazioni» in Ucraina, denunciando un aumento dell'attività russa per destabilizzare l'Ucraina in queste ultime settimane, secondo Washington «estremamente pericolosa e provocatoria». La Russia, dal canto suo ha assicurato agli Stati Uniti che il convoglio di aiuti per l'Ucraina non è un pretesto per un intervento militare nel Paese. Lo ha riferito il Pentagono, precisando che, durante una conversazione telefonica con il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Chuck Hagel, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha «garantito» che il convoglio non comprende personale militare russo.
Oggi summit a Berlino
Per metter fine agli scontri in Ucraina è previsto per oggi un incontro tra Frank-Walter Steinmeier, ministro degli Esteri della Germania e i colleghi Serghej Lavrov (Russia), Pavlo Klimkin (Ucraina), e Laurent Fabius (Francia). «Spero che potremo finalmente mettere fine ai violenti scontri e portare gli aiuti necessari alla popolazione colpita dalla violenza nell'est dell'Ucraina», ha detto Steinmeier.
L'incontro a Berlino si terrà dopo il colloquio telefonico avuto venerdì da Angela Merkel con Vladimir Putin, in cui il presidente russo ha espresso le sue preoccupazioni per la situazione umanitaria e il cancelliere tedesco ha chiesto a Mosca di «mettere fine al flusso di materiale militare, consiglieri militari e personale armato attraverso la frontiera con l'Ucraina».
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