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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2014 alle ore 06:37.

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La doppia doccia fredda per il Vecchio Continente è arrivata nei giorni precedenti Ferragosto: da un lato il calo del Pil tedesco nel secondo trimestre e dall'altro il rinfocolarsi della tensione tra Russia e Ucraina hanno riacceso i timori di una spirale recessiva e deflazionistica per l'area euro. Inevitabile che il pensiero di molti osservatori sia andato subito alla Bce e al fatto che l'istituto di Francoforte insista da tempo sulla possibile adozione di misure non convenzionali per ravvivare un'economia in affanno. In soldoni questo potrebbe tradursi in un allentamento monetario (quantitative easing) sul modello Fed-BoJ e quindi nell'immissione di liquidità attraverso l'acquisto di titoli. «L'opzione quantitative easing da parte della Bce - spiega Luca Gianelle, client portoflio manager di Russell Investments - non è all'ordine del giorno, ma potrebbe tornare alla ribalta qualora le vicende dovessero precipitare soprattutto per quanto riguarda la crisi russa. L'impatto sull'economia europea sarebbe molto pesante e allora potrebbe essere necessaria una misura straordinaria. Già la Bce ha messo in programma l'acquisto di Abs, a quel punto si tratterebbe di estendere l'operazione ai bond governativi. L'effetto immediato di una misura simile sarebbe quello di risollevare le aspettative di inflazione a medio e lungo termine. Oggi stanno rallentando sotto il 2% e questo preoccupa la Banca centrale perché sono un sintomo di scarsa fiducia nella crescita futura».
L'immissione di liquidità avrebbe un impatto diretto sulle scelte di investimento riportando decisamente in auge, anche con movimenti repentini, l'appetito per il rischio: effetti positivi per l'azionario europeo e contestuale indebolimento della valuta unica a favore del dollaro e delle altre divise. Sui bond le ricadute potrebbero essere più controverse. «Oggi il Bund decennale – continua Gianelle – ha un rendimento sui minimi storici intorno all'1 per cento. Difficile che possa scendere ancora molto sotto. Se ci fosse un quantitative easing e questo dovesse far lievitare le previsioni di inflazione, il rendimento del Bund potrebbe salire alla fine, anche se in parte ci sarebbero gli acquisti della stessa Bce a compensare la discesa dei prezzi. Gli acquisti degli investitori si concentrerebbero maggiormente sui titoli periferici, come l'Italia, scommettendo su una maggiore convergenza dei rendimenti».
Gli effetti delle mosse della Bce non posso prescindere da cosa farà la più importante Banca centrale al mondo, la Fed. Già oggi il mercato sta scontando una sorta di disallineamento (decoupling), scommettendo che i tassi resteranno bassi più a lungo in Europa che non negli Stati Uniti. Lo spread tra Bund e Treasury Usa si è allargato negli ultimi mesi attestandosi a 150 punti. Difficile, secondo gli esperti, che la forbice tra i due rendimenti possa ampliarsi ancora molto. Informazioni preziose, su questo punto, potrebbe arrivare nei prossimi giorni dal simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole.
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Il confronto sui rendimenti dei decennali

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