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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2014 alle ore 06:38.

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Nella battaglia tra Russia, Unione Europea e Stati Uniti combattuta a colpi di sanzioni, il danno reciproco più grave e più difficile da calcolare sarà probabilmente da attribuire alle sanzioni "fantasma", non scritte: quelle che trattengono le banche straniere dal concedere prestiti a qualunque compagnia russa, anche se le "liste nere" non la riguardano, mentre sull'altro fronte progetti e accordi con Mosca vengono rinviati, sacrificati alle preoccupazioni del momento. Ora però al centro dell'attenzione è il bando russo alle importazioni di prodotti alimentari, una decisione che potrebbe allargarsi al campo dei beni industriali: se americani ed europei dovessero irrigidire ulteriormente le loro sanzioni, Mosca sarebbe pronta a rispondere vietando l'import di automobili.
Lo scrive l'autorevole quotidiano economico Vedomosti, pubblicato in Russia da Financial Times e Wall Street Journal. Citando due fonti del governo russo, il giornale lascia capire che questa è una freccia che il Cremlino tiene come riserva. Per il momento Vladimir Putin non avrebbe dato ordini al riguardo, aspettando le prossime mosse di Usa e Ue: da queste dipenderà la risposta russa, spiega il portavoce del presidente russo, Dmitrij Peskov. Il provvedimento non riguarderebbe i brand stranieri che hanno spostato la produzione in Russia, come Volkswagen, Ford o Renault.
Sul fronte alimentare, il blocco delle importazioni di carne, pesce, latticini, frutta e verdura sembra già aver innescato in Russia aumenti dei prezzi anche per i prodotti locali. E il governo, consapevole che le sanzioni potranno anche ritorcersi sui consumatori russi, ha fatto sapere che consentirà l'importazione indiretta di prodotti di origine europea o americana lavorati in Bielorussia o in Kazakhstan, i due Paesi membri dell'Unione doganale con Mosca. Che peraltro sono già al centro dell'attenzione di chi sta studiando il modo per aggirare l'embargo passando dai Paesi confinanti o da quelli, come la Turchia, rimasti fuori dal confronto sulle sanzioni.
Al contrario, nei Paesi europei più esposti al bando voluto da Mosca i prezzi di alcuni prodotti - dal latte irlandese al salmone norvegese - hanno già iniziato a calare, mentre i produttori sono costretti a cercare nuovi mercati. Per attutire il colpo (il 10% delle esportazioni Ue di prodotti agricoli è diretto in Russia, mercato da 11 miliardi di euro all'anno) la Commissione europea ha destinato 125 milioni di euro per compensare i produttori di frutta e verdura, da qui a fine novembre: fondi tratti dalle riserve d'emergenza previste dalla Politica agricola comune. L'iniziativa è stata accolta con favore dall'Unione dei produttori agricoli europei (Copa-Cogeca), il cui segretario generale Pekka Pesonen ha però sottolineato la necessità di ulteriori finanziamenti nazionali per coprire le perdite.
Quantificarle è tanto più difficile in mancanza di spiragli sulla crisi all'origine delle tensioni: l'incontro di domenica a Berlino tra i ministri degli Esteri di Ucraina, Russia, Francia e Germania sembra aver condotto a qualche progresso a proposito del convoglio umanitario russo in attesa di entrare in Ucraina: ma ancora nulla fa pensare a un avvicinamento tra Mosca e Kiev per un cessate il fuoco a Donetsk e Luhansk. Al contrario, fonti militari ucraine denunciano una nuova tragedia: parlano di decine di persone, tra loro donne e bambini, uccise dal fuoco dei separatisti mentre tentavano di fuggire dall'Ucraina orientale. Un convoglio di autobus raggiunto dai razzi dei ribelli vicino a Luhansk: «I ribelli lo stavano aspettando - ha detto a Kiev il portavoce militare Andriy Lysenko - e lo hanno distrutto completamente. Non siamo stati in grado di contare la vittime, ma sono decine». I leader ribelli smentiscono, accusano le forze di Kiev di utilizzare missili Grad e di bombardare la zona, malgrado la presenza di civili, e chiedono di mostrare le prove di quanto accaduto.
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