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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2014 alle ore 09:06.
L'ultima modifica è del 19 agosto 2014 alle ore 17:23.

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Al lavoro sullo sblocca-Italia
Allo sblocca-Italia Renzi sembra affidare le speranze di ripartenza dell'economia, dopo i dati negativi del Pil del secondo trimestre 2014 . Una riunione di coordinamento complessiva e finale si terrà a Palazzo Chigi lunedì 25 agosto, al rientro dalla pausa estiva, ma in queste ore sono numerosi i testi che vengono scambiati fra la Presidenza del Consiglio e i singoli ministeri dopo l'incontro degli uffici legislativi di venerdì scorso. Le misure per fare ripartire i cantieri, muoveranno, secondo l'indicazione del premier, circa 43 miliardi (quasi tutti già stanziati). Ci sono poi le norme "sblocca-burocrazia" con cui il Governo conta di colpire i poteri di veto e le inerzie delle Sovrintendenze, nonché di rafforzare la capacità decisionale delle conferenze di servizi. Un capitolo importante anche quello della Cdp sulla finanza di progetto (con l'obiettivo di rilanciare il coivolgimento dei privati nella realizzazione di infrastrutture) e le nuove regole sulla dismissioni di beni pubblici e del demanio da affidare, in concessione o con diritto di superficie, ai privati interessati e che hanno progetti seri di valorizzazione. Tra le misure anche un robusto "pacchetto casa", con la conferma anche nel 2015 dello sgravio Irpef del 65% per i lavori di risparmio energetico e il recupero della super-Scia stralciata dal decreto competitività.

Priorità alla giustizia civile
Il 29 agosto il Consiglio dei ministri approverà inoltre una prima tranche dei provvedimenti di riforma della giustizia annunciati a fine giugno con le famose 12 «linee guida». Sembra difficile che in quell'occasione il governo vari l'intero pacchetto. L'unico dato certo è che si partirà dalla riforma del processo civile, considerata la «priorità», visto che abbiamo il fiato sul collo delle istituzioni europee, che l'inefficienza del sistema è stimata in un punto di Pil (quasi 16 miliardi di euro) e che la giustizia lenta e inefficace scoraggia gli investimenti stranieri. Ieri il guardasigilli Andrea Orlando è salito al Quirinale per un incontro con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Al capo dello Stato Orlando ha fornito una serie di ragguagli sui provvedimenti allo studio. Sulla giustizia civile gli articolati di legge sarebbero già pronti. In pista ci sarebbero un decreto legge per smaltire l'arretrato e un disegno di legge sul processo. Oggi per ottenere una sentenza e mandarla in esecuzione occorrono 1.200 giorni. Il governo punta a scendere a un anno.

Le linee guida sulla scuola
Nel pacchetto di norme sulla scuola, che tra le altre cose punta a risolvere la questione degli insegnanti pensionandi di «Quota 96» (tema eliminato dal decreto Pa), potrebbero entrare anche le misure sull'università, a cominciare dall'abolizione del test di medicina per le matricole. Ma i documenti consegnati a Matteo Renzi dagli esperti tecnici del Miur sono ricchissimi di indicazioni. Si va dai concorsi nazionali banditi ogni due/tre anni per assumere i docenti (da affiancare all'altro canale di reclutamento, per il 50%, rappresentato dallo scorrimento delle graduatorie dove stazionano 150mila precari storici); alle scuole aperte anche di pomeriggio; all'alternanza scuola-lavoro obbligatoria; all'ipotizzata introduzione di un credito d'imposta ("school bonus"), sulla falsariga dell'art bonus, e di meccanismi di incentivazione ("school guarantee") per i privati che investono nella riqualificazione dell'istituto o in iniziative di orientamento (soprattutto al lavoro).

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