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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2014 alle ore 16:08.
L'ultima modifica è del 22 agosto 2014 alle ore 17:28.

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Janet Yellen (Ansa)Janet Yellen (Ansa)

Come da attese Janet Yellen non ha sorpreso. Nel suo discorso pronunciato nel corso del summit di Jackson Hole, il numero uno della Federal Reserve ha riconosciuto il miglioramento in corso del mercato americano del lavoro ma è rimasta vaga in tema di tassi di interesse. «L'economia ha fatto considerevoli passi avanti nel riprendersi dalla più grande e sostenuta perdita di occupazione negli Stati Uniti dalla Grande Depressione», ha dichiarato.

«Questi sviluppi sono incoraggianti ma sono il riflesso della profondità del danno in base al quale - cinque anni dopo la fine della recessione - il mercato del lavoro deve ancora riprendersi completamente», ha spiegato Yellen di fronte al gotha della finanza.

Come già fatto lo scorso luglio di fronte ai membri del Congresso Usa, Yellen ha aggiunto che se il mercato del lavoro continua a migliorare più rapidamente delle stime o se l'inflazione raggiunge il target del 2%, la Fed «potrebbe alzare i tassi di interesse prima delle stime. Ma se i progressi faticano a realizzarsi, i tassi bassi continueranno» a stare laddove sono stati portati nel dicembre 2008, ossia allo 0-0,25%. Per ora, con gli obiettivi su occupazione e stabilità dei prezzi più vicini, l'enfasi si sposta sulle debolezze che ancora rimangono.

Il numero uno della Fed ha comunque fatto notare che la politica monetaria «non si deve affidare uno specifico indicatore (per esempio i dati sull'occupazione) o modello, ma deve piuttosto riflettere le valutazioni in corso su un'ampia gamma di informazioni inserite nel contesto della comprensione di un'economia in evoluzione».

Il simposio annuale della Fed di Kansas City arriva in un momento di crescita incerta e con le banche centrali che si muovono in direzioni quasi opposte.

La Fed prevede di chiudere il piano di acquisto bond a ottobre ma ha assicurato che manterrà i tassi bassi fino a che non avrà prove concrete di un mercato del lavoro in salute.

La Bce e la Banca centrale giapponese si trovano invece in una posizione ben diversa e stanno valutando se fare di più per aiutare l'economia. Il timore è legato ai tassi bassi a livello globale che potrebbero alimentare una nuova bolla finanziaria. Approfittando del costo del denaro basso le aziende hanno emesso una cifra record di bond dall'inizio dell'anno, 994,6 miliardi di dollari, il 4% in più rispetto all'anno scorso.

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