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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 10:23.
L'ultima modifica è del 25 agosto 2014 alle ore 12:40.

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Il presidente francese Francois Hollande con il Primo ministro Manuel Valls (Afp)Il presidente francese Francois Hollande con il Primo ministro Manuel Valls (Afp)

Il premier francese Manuel Valls si è dimesso questa mattina in seguito alle polemiche per le dichiarazioni del ministro dell'economia, Arnaud Montebourg. Il presidente Francois Hollande ha incaricato Valls di formare subito un nuovo governo. È quanto si legge in una nota dell'Eliseo, nella quale si sollecita la costituzione di un governo, che dovrebbe essere annunciato domani, «in coerenza con gli orientamenti definiti dal presidente per il nostro Paese». Le dimissioni di Valls sono arrivate al culmine di un duro scontro con il ministro dell'Economia Montebourg, che ha esortato il premier e il presidente a cambiare politica economica e ha criticato fortemente la Germania.

«Bisogna alzare i toni» aveva detto Monterbourg, precisando: «Quando dico Germania, parlo della destra tedesca che sostiene Angela Merkel. La Francia non ha alcuna intenzione di allinearsi agli assiomi ideologici della destra tedesca». E anche «la Bce» aveva aggiunto «deve cambiare marcia e mettersi a fare quello che fanno tutte le banche centrali del mondo, in particolare quelle dei Paesi che hanno saputo far ripartire la loro crescita». L'obiettivo è «provocare un elettroshock nella zona dell'euro». Per uscire dalla recessione, aveva sottolineato Montebourg, l'Europa dovrebbe seguire l'esempio di Matteo Renzi in Italia.

Dal governo di Berlino un laconico commento ma solo sulle divergenze di politica economica: niente è cambiato nelle relazioni tra Francia e Germania, le politiche favorevoli alla crescita e all'occupazione restano una priorità, dice il portavoce della cancelliera tedesca, Angela Merkel, riferendosi alle dichiarazioni del ministro Monteburg. Il portavoce della Merkel, in queste ore in visita in Spagna, non ha invece commentato la notizia delle dimissioni del governo di Valls, sottolineando che si tratta di una questione interna francese.

Chi non ci sarà nel nuovo governo
Montebourg non sarà l'unico dei ministri uscenti francesi a non trovare posto nel nuovo governo. Secondo la stampa francese, il premier Valls è intenzionato a lasciare fuori tutte le figure che si sono espresse in modo troppo esplicito contro la sua linea.

In uscita ci sarebbero quindi anche i ministri dell'Istruzione Benoit Hamon, esponente della corrente più a sinistra del Ps che ieri si era detto "vicino" al gruppo dei parlamentari socialisti scissionisti critici con la linea del governo, della Cultura Aurelie Filippetti, che a più riprese aveva criticato i forti tagli al budget culturale e ieri su Twitter ha espresso il suo sostegno a Montebourg, e della Giustizia Christiane Taubira, figura forte della gauche i cui rapporti con Valls sono sempre stati problematici. Resta inoltre aperta la questione di un possibile ritorno dei verdi di Europe Ecologie (Eelv) al governo, che aveva lasciato con l'ultimo rimpasto, in polemica con la nomina a premier di Valls.

Un ritorno della ex leader del partito ed ex ministro della Casa Cecile Duflot pare quasi impossibile, viste le forti critiche al presidente Francois Hollande contenute nel suo libro sull'esperienza di governo, in uscita in questi giorni. Ma altri esponenti di Eelv non escludono un riavvicinamento. Qualche risposta dovrebbe arrivare dal vertice interno convocato, secondo informazioni di iTelé, per le 12 di oggi.

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