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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 11:17.
L'ultima modifica è del 25 agosto 2014 alle ore 11:49.

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Più di 4,5 milioni di atleti tesserati, oltre un milione di operatori sportivi (dirigenti, tecnici e ufficiali di gara): sono i numeri – presentati a luglio dal presidente del Coni, Giovanni Malagò – che stanno alla base, nel bene e nel male, dello sport italiano. Numeri che Il Sole 24 Ore ha puntualmente utilizzato, disaggregati provincia per provincia, per la costruzione dell'"Indice di sportività 2014", che per l'ottava volta (la prima nel 2007) mette in fila le 110 province italiane per diffusione e qualità dello sport.

Una classifica che sintetizza numerosi aspetti dello sport: dalle società sportive ai risultati, dagli sport di squadra alle discipline individuali, dalle fasce di popolazione (bambini, donne, amatori eccetera) ai settori economici e all'ambiente; senza dimenticare la storia sportiva dei territori e i grandi eventi internazionali (Sochi 2014, i Mondiali di calcio). In complesso 30 indicatori (10 per gli sport di squadra, 10 per quelli individuali e altrettanti riferiti agli aspetti sociali ed economici) che si aggiungono a quelli relativi ai tesserati Coni: da una parte gli atleti, dall'altra i tecnici-ufficiali di gara.

Rispetto allo scorso anno sono cambiati alcuni indicatori ed è stata particolarmente innovata la metodologia, con nuovi criteri relativi ai punteggi (un voto dal 10 allo zero), ma al vertice rimangono ancora Trento e Genova, che si scambiano semplicemente le posizioni, nel senso che quest'anno è Trento a primeggiare, mentre il capoluogo ligure arriva secondo. La sorpresa viene invece dalla provincia di Macerata, che sale sul podio, in virtù di un terzo posto che le consente di guadagnare ben 16 posizioni rispetto al 2013. Un bronzo acciuffato allo sprint, superando di pochissimo Bolzano, che pure – guardando alle singole classifiche – ha conquistato due successi parziali (per gli azzurri alle Olimpiadi invernali e per gli atleti nei ranking internazionali) e altre quattro presenze sul podio.
Com'è ovvio, a pesare non sono solo le eccellenze, ma anche le "insufficienze", vale a dire i piazzamenti nella parte bassa delle varie graduatorie, che – nel caso della provincia altoatesina – sono sette. A maggior ragione, il discorso vale anche per Trieste, che, pur raccogliendo quattro successi (più di tutte), si colloca solo in 21ª posizione; peggio fa Aosta, che, nonostante tre affermazioni, si ferma addirittura al 53° posto. Spostandoci dal "profondo" Nord all'Emilia, ecco che Parma, con tre successi parziali, tutti nelle classifiche relative agli sport di squadra, non va oltre il 15° posto nella generale; e solo al 23° posto si piazza Piacenza, che a sua volta si è aggiudicata tre ori.

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