Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 06:37.

My24

«È vero che molti Comuni non hanno ancora approvato le delibere sulla Tasi, ma tanti stanno arrivando in questi giorni. Io stesso ho votato in giunta il bilancio il 10 agosto e il 29 lo votiamo in consiglio comunale». Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e delegato per la Finanza locale dell'Anci, fa il punto sulla Tasi.
Era proprio impossibile decidere prima?
I Comuni hanno conosciuto solo a inizio agosto l'entità del taglio collegata al decreto Irpef. Ad Ascoli il bonus da 80 euro costerà quasi 500mila euro su un bilancio di 52 milioni. Non dimentichiamo, inoltre, che in tante città si è votato a fine maggio. È frequente, poi, un atteggiamento molto prudente, per certi versi difensivo, dei ragionieri. D'altra parte, sono chiamati a formulare delle stime, rispondendone direttamente, sulla base di norme fiscali che cambiano di continuo e che stravolgono le basi imponibili a partire dalle quali ottenere quell'invarianza di gettito rispetto al 2013 garantita dal legislatore nazionale.
Va bene l'invarianza di gettito, ma non si potevano coprire le minori risorse con tagli di spesa?
Innanzitutto c'è un problema di tempi. I tagli veri necessitano di un'attività istruttoria complessa. I Comuni italiani vengono da quattro anni di spending review, in cui si sono ridotti i trasferimenti lasciando ai sindaci l'onere di fare i tagli e aumentare le imposte. Abbiamo ridotto la spesa corrente, rinegoziato i debiti e tagliato i contratti di servizio. Ora la spesa corrente è quasi tutta welfare. Da noi sono 6 milioni su 7.
Forse non tutti i Comuni sono così virtuosi. E, comunque, ci sarà pur qualcosa da fare?
Certamente. Bisogna aggredire le spese di funzionamento della macchina amministrativa. Ma questo, oltre al blocco del turn over, significa soprattutto ottimizzare i costi energetici degli edifici pubblici, scuole comprese. I Comuni possono fare di più e meglio. Però ci vuole tempo e spazi finanziari per gli investimenti.
Torniamo alla Tasi. Che cosa succede se tante città non fanno in tempo a deliberare?
È un lusso che non ci possiamo permettere. Chi non decide in tempo, incasserà la Tasi con l'aliquota all'1 per mille, che rischia di non essere sufficiente a far quadrare il bilancio comunale. Inoltre, farà pagare di più i proprietari delle case con rendite catastali basse: deliberare serve anche a reintrodurre equità nel prelievo con le detrazioni.
Molte delibere, però, hanno alzato l'aliquota al 2,5 per mille senza mettere detrazioni.
Questo è un problema che si verifica dove i conti locali sono così in difficoltà da non consentire sconti sulla Tasi.
Se tanti Comuni non riusciranno a decidere la Tasi, chiederete una proroga dei tempi?
Credo di no. Al momento mi pare più realistica una conferma delle scadenze. Siamo quasi in chiusura d'anno. L'importante, poi, è che la disciplina fiscale resti stabile nel tempo, così da dare finalmente un orizzonte certo alla finanza locale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi