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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 13:07.
L'ultima modifica è del 26 agosto 2014 alle ore 18:50.

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(Afp)(Afp)

L'America della politica monetaria superespansiva del governatore della Fed, Janet Yellen, e la Gran Bretagna del governatore della BoE, Mark Carney, trascinano la crescita della zona Ocse. In un contesto che vede tutta l'area Ocse rallentare (+1,9% contro il +2,1% tendenziale del primo trimestre), brillano la Gran Bretagna, con un'espansione del 3,2% su base annuale, e gli Stati Uniti (+2,4%).

L'Italia, invece, é l'unico paese del G7 che nel secondo trimestre ha registrato un calo del Pil rispetto all'anno precedente. In confronto al secondo trimestre del 2013, fa sapere l'Ocse, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi, l'economia italiana ha subito una contrazione dello 0,3%. In un contesto che vede tutta l'area Ocse rallentare (+1,9% contro il +2,1% tendenziale del primo trimestre), brillano come dicevamo la Gran Bretagna, con un'espansione del 3,2% su base annuale, e gli Stati Uniti (+2,4%), grazie anche a politiche monetarie non convenzionali. Crescita invariata per il Giappone e anemica per la Francia (+0,1%).

I dati congiunturali, ovvero basati sul confronto con il trimestre precedente, confermano quanto già certificato dall'Istat: l'Italia é, tecnicamente, di nuovo in recessione. Nel secondo trimestre l'economia della penisola, rileva l'Ocse, ha subito infatti una flessione dello 0,2% rispetto al primo trimestre, quando aveva segnato un -0,1% congiunturale.

Maglia nera al Giappone del premier Abe, in contrazione dell'1,7% rispetto al primo trimestre a causa dell'impatto dell'aumento delle imposte indirette. Segno meno (-0,2%) anche per la Germania, mentre in Francia il dato congiunturale resta invariato per il secondo trimestre consecutivo. Un dato che ha provocato un rimpasto di governo del premier Manuel Valls con la cacciata dei ministri anti-austerity del partito socialista tra cui Arnaud Montebourg. Bene il Regno Unito (+0,5%) e gli Usa, che segnano una crescita trimestrale dell'1% dopo la contrazione dello 0,5% segnata nel primo trimestre a causa degli eccessivi rigori dello scorso inverno che hanno colpito soprattutto la California.
L'intera area Ocse risulta, infine, in accelerazione (+0,4% congiunturale nel secondo trimestre contro il +0,2% del primo), laddove la crescita dell'Eurozona rallenta sia su base annuale (+0,7% contro il +0,9% del primo trimestre) che trimestrale (+0,2% contro il +0,3% del primo trimestre).

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