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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 11:04.
L'ultima modifica è del 26 agosto 2014 alle ore 19:55.

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Prescrizione, Costa (Ncd): sì a processi rapidi, ma senza toccare garanzie
Domani mattina, il tavolo di consultazione voluto dal ministro ospiterà ancora una volta i partiti della maggioranza per fare il punto sulle misure in materia penale, mentre nel pomeriggio sarà la volta dell'opposizione (dopo il forfait M54S, attesi Sel e Lega). Tra i nodi, la riforma della prescrizione, tema su cui oggi è tornato a parlare il viceministro Andrea Costa (Ncd) , ribadendo la necessità di velocizzare i processi ma senza per questo ridurre le garanzie per gli imputati. Per il Nuovo Centrodestra, ricorda una nota, la riforma deve garantire «un processo piu' rapido, rigore con chi delinque, ma nessun sacrificio delle essenziali garanzie fondamentali». Il 37% delle sentenze di primo grado, ricorda Costa, «vengono riformate in appello ed è davvero anomalo che ci sia chi voglia cancellare o depotenziare questa fase di giudizio che si rivela fondamentale».

Le 6 controproposte della Lega
In vista dell'incontro di domani, la Lega annuncia invece sei controproposte «concrete» sulla giustizia che, spieganoErika Stefani e Nicola Molteni, rispettivamente capigruppo in commissione giustizia di Senato e Camera, «hanno un unico obiettivo: tutelare le vittime dei reati, garantire la sicurezza dei cittadini e la certezza della pena per i criminali». Si và da una stretta sul carcere per gli spacciatori, al ripristino del reato di clandestinità e lo stop agli sconti di pena e benefici per i criminali pericolosi. La Lega propone anche una legge sulla prostituzione per bloccare il racket e il degrado sociale, accordi bilaterali per far scontare ai detenuti stranieri la pena nel paese di origine, e l' introduzione del reato di omicidio stradale. Sul resto della riforma, concludono i due parlamentari, «non ci attendiamo nulla di nuovo, e' in alto mare, siamo ancora ai titoli, tanto fumo ma niente arrosto».

Rinvio su Csm e intercettazioni
Nonostante gli attriti con l'opposzione e parte dell'Avvocatura, il premier continua a lavorare insieme al ministro Orlando ai provvedimenti sulla giustizia che approderanno nel Consiglio dei ministri di venerdì. Di certo non ci saranno riforma del Csm e intervento sulle intercettazioni. Per entrambi i delicati capitoli non è ancora stato completato il «percorso condiviso» con il nuovo Csm da un lato (che si insedierà dopo l'11 settembre, all'indomani della nomina degli otto componenti laici) e con gli editori e i direttori di giornali sull'altro versante.

Il decreto sulla giustizia civile
È invece probabile che venerdì l'Esecutivo presenti un decreto legge sulla giustizia civile per tentare di dimezzare, con uno strumento straordinario, l'arretrato di 5,2 milioni di fascicoli. Come? Insieme alla stabilizzazione della magistratura onoraria, probabile l'avvio immediato delle possibilità di devolvere le cause pendenti in primo e secondo grado ad arbitri (ma non in materia di lavoro e previdenza) e il ricorso massiccio alla conciliazione obbligatoria assistita (dagli avvocati) come presupposto per radicare, eventualmente e solo poi, la causa civile.

Più incerti i contenuti del disegno di legge
Più incerto, invece, il contenuto del disegno di legge annunciato da Palazzo Chigi che arriverà sul tavolo del Cdm. Probabile l'istituzione del tribunale delle imprese in forma più organica rispetto alla versione attuale, nonché di quello della famiglia. E anche il passaggio alla digitalizzazione "integrale" dei processi – cioè completare il versante civile e inaugurare il fronte penale. Non sembrano invece maturi, sempre per questioni strettamente politiche, i tempi per la reintroduzione del falso in bilancio: scelta che congelerebbe per qualche settimana anche la rivelazione delle strategie del governo in materia di autoriciclaggio.

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