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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2014 alle ore 09:48.
L'ultima modifica è del 27 agosto 2014 alle ore 10:36.

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Il presidente russo ha anche parlato di un accordo per riaprire i negoziati tra Russia e Ucraina sul gas: un altro fronte urgente, poiché l'inverno in arrivo renderà insostenibile la situazione attuale dell'Ucraina, che da giugno non riceve più nulla da Gazprom. Il commissario Oettinger a Minsk ha ricordato che venerdì 29 agosto a Mosca è previsto un incontro trilaterale tra Ue, Russia e Ucraina. "Dobbiamo riprendere il nostro dialogo sull'energia, problemi del gas compresi - ha detto Putin -. Parlando sinceramente, è una questione complicata, è arrivata a un punto morto ma dobbiamo parlarne. Abbiamo deciso di riavviare le consultazioni".

Nel pomeriggio di martedì a Minsk, durante la parte multilaterale dell'incontro, e dopo una imbarazzata stretta di mano, Putin e Poroshenko avevano affrontato la questione che li divide con parole a cui soltanto una reale volontà di trovare un'intesa darà un seguito. «Non si può risolvere (la crisi ucraina, ndr) con un'ulteriore escalation - aveva detto Putin - senza tenere conto degli interessi delle regioni sud-orientali del Paese, senza un dialogo con i loro rappresentanti». «Capisco - aveva risposto Poroshenko - che tutti gli attori coinvolti in questa situazione vorrebbero uscirne con dignità. Sono pronto a discutere diverse opzioni che consentano un'exit strategy verso un futuro pacifico per l'Ucraina, per l'Europa».

E poi Putin aveva affrontato il nodo da cui è nata la crisi. L'Accordo di associazione economica tra l'Ucraina e l'Unione europea, aveva detto, può costare alla Russia più di 100 miliardi di rubli, due miliardi di euro: per questa ragione Putin rivendica il diritto di difendersi alzando barriere commerciali contro i prodotti europei che minacciano di inondare il mercato russo, passando dall'Ucraina una volta annullati i dazi all'import. «Noi, per esempio, non discutiamo con voi i nostri rapporti con il Canada - ha detto Putin al suo interlocutore - e non ci immischiamo nei vostri rapporti con la Cina. Ma non dimentichiamo che Cina e Canada sono lontani, mentre i legami economici tra Ucraina e Russia sono una cosa ben diversa».

A Minsk Poroshenko era arrivato con una prova del coinvolgimento diretto russo in Ucraina orientale: dieci soldati di una divisione di paracadutisti catturati lunedì presso Amvrosiivka, vicino al confine con la Russia. Cinque di loro appaiono in un video che il comando dell'operazione anti-terrorismo ucraina ha pubblicato in rete, e in cui i soldati affermano di essere stati tenuti all'oscuro del tipo di missione cui erano stati chiamati. E di essersi ritrovati in Ucraina senza saperlo. La spiegazione fornita da Mosca è che gli uomini, impegnati in esercitazioni militari, abbiano passato il confine per errore. «Non è stato un errore - è invece il commento del portavoce militare ucraino Andriy Lysenko - stavano effettuando una missione speciale. Ma la reazione della Russia è semplice: i paracadutisti si sono persi come Cappuccetto Rosso nella foresta». Nel video uno dei soldati russi prigionieri, che si identifica come Ivan Milchakov, spiega di appartenere a un reggimento di paracadutisti con base nella città russa di Kostroma. «Non ho visto dove abbiamo varcato il confine - spiega -. Ci avevano solo detto che avremmo effettuato una marcia di 70 km. Qui tutto è diverso, non è come appare in televisione. Siamo venuti come carne da cannone». Secondo una fonte del ministero russo della Difesa, stavano pattugliando il confine, attraversato inavvertitamente. Ma secondo Kiev, proprio lunedì un convoglio di carri armati e blindati aveva attraversato il confine presso Novoazovsk, sul mar d'Azov, con l'obiettivo di aprire un secondo fronte a Sud della regione rimasta in mano ai separatisti.

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