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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2014 alle ore 12:24.
L'ultima modifica è del 28 agosto 2014 alle ore 16:48.

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(Epa)(Epa)

Primo decesso a causa del virus Ebola nella città di Port-Harcourt nel sud-est della Nigeria. Lo hanno annunciato le autorità nigeriane. La vittima è un medico che ha contratto il virus. Si tratta del primo decesso fuori della città di Lagos. Secondo il ministro della Salute Onyebuchi Chukwu, il medico è morto il 22 agosto, dopo aver sviluppato la malattia per aver prestato le cure ad un paziente che a sua volta era stato in contatto con il primo caso di Ebola in Nigeria, un liberiano morto a Lagos il 25 luglio.

Questa è la sesta vittima del virus in Nigeria, per un totale di 15 casi confermati, secondo una nuova valutazione del ministero della Salute. La malattia è stata introdotta nel Paese il 20 luglio da un funzionario liberiano morto a Lagos cinque giorni dopo.L'Organizzazione mondiale della sanità riferisce che l'epidemia di Ebola continua ad accelerare ed il numero totale di casi confermati e probabili in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone è salito a 3.069, con 1.552 decessi.

L'Oms ha messo a punto un piano per combattere la diffusione del virus nei quattro Paesi africani, con particolare attenzione alle zone più affollate, come le capitali, e ai porti maggiori. Il costo stimato per contenere l'epidemia nei prossimi sei mesi, secondo l'organizzazione, è di 490 milioni di dollari (370 milioni di euro) che non include le spese per assicurare i servizi essenziali nei Paesi colpiti. Un progetto più ampio, guidato dall'Onu, partirà entro la fine di settembre e si concentrerà su sicurezza alimentare, approvvigionamento di acqua, igiene, istruzione e sanità. L'epidemia si sta diffondendo in un «numero notevole di località», ha avvertito l'Oms, che ha ribadito la necessità di una risposta «potente e coordinata».

Intanto, sono stati accelerati i test su un vaccino contro l'ebola e «già per settembre» il siero potrebbe essere sperimentato su volontari. A dare la notizia è stato il gigante farmaceutico GlaxoSmithKline (Gsk), che sta sviluppando il vaccino insieme all'Istituto nazionale della salute statunitense. A usufruirne per primi saranno candidati sani in Gran Bretagna, Gambia e Mali, mentre la speranza dei ricercatori è che il processo possa concludersi entro la fine del 2014. In caso di successo, il vaccino verrà fornito alle persone infettate dall'epidemia.

L'ente di beneficenza londinese Wellcome Trust, insieme al Medical Research Council britannico e al Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito, sta contribuendo a coprire le spese per i test con 2,8 milioni di sterline (pari a 3,5 milioni di euro). Lo studio in corso coinvolgerà 60 volontari nel Regno Unito e 40 ciascuno in Gambia e Mali. I test devono ancora ottenere il via libera etico e normativo. La Gsk intende produrre 10mila dosi extra di vaccino di modo che, in caso di risultato positivo, possa essere immediatamente disponibile

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