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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2014 alle ore 15:29.
L'ultima modifica è del 29 agosto 2014 alle ore 08:03.

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Niente delega per la responsabilità dei magistrati
Le nuove norme sulla responsabilità civile dei magistrati dovrebbero confluire in un ddl ad hoc, non di delega: nei casi di solo o di negligenza anche legati a «travisamento del fatto o delle prove» lo Stato dovrà obbligatoriamente rivalersi entro tre anni sul magistrato per metà del suo stipendio annuo. E sarà eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi. Previste infine una delega sulla magistratura onoraria e una sul pacchetto Europa per alcune convenzioni internazionali.

Ncd non rinuncia a sue «battaglie storiche»
Dopo le tensioni di ieri, oggi si è riunito lo stato maggiore del Nuovo Centrodestra. Ed è stato il coordinatore Gaetano Quagliariello a dettare la linea, condivisa dal ministro Angelino Alfano, convinto che le «battaglie storiche» di Ncd (responsabilità civile dei giudici, intercettazioni, custodia cautelare e riforma del Csm) vadano portate avanti . «O vanno i due pacchetti, sul civile e sul penale - ha avvisato Quagliariello - o ne va uno. Una cosa che noi escludiamo è che ne vada uno e mezzo». Nel caso in cui la riforma sia piena, «quella del penale la si affronta tutta, dalla responsabilità civile dei magistrati alle intercettazioni», ha aggiunto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, dicendosi fiducioso sul lavoro nelle prossime ore. Quanto alla prescrizione, Quagliariello ha precisato: «Non abbiamo remore ad affrontare anche il problema, ma due capisaldi vanno tenuti insieme: rendere la giustizia più efficiente agendo sui tempi e tutelare le garanzie dei cittadini».

Fi insiste: riforma dalla parte delle toghe
Mentre dal Pd arriva il pieno sostegno alle proposte di Orlando, oggi ad Arcore Silvio Berlusconi ha riunito i fedelissimi per fare il punto sui dossier più delicati, giustizia compresa. Forza Italia continua a definire «inaccettabile» la riforma proposta da Orlando ma sta alla finestra. «È tutta dalla parte della corporazione dei magistrati», ha ripetuto Renato Brunetta al Tg5. Caustico Daniele Capezzone: «Il lupo giustizialista perde il pelo ma non il vizio».

Il Wsj: tribunali lumaca frenano l'economia
«Il passo da lumaca dei tribunali italiani rallenta l'economia per una miriade di versi», ha scritto intanto oggi Giada Zampano sul Wall Street Journal. Un problema che colpisce le banche come le imprese e scoraggia gli investimenti stranieri. Ma - nota il Wsj - «gli sforzi di Renzi rischiano di deludere», come è accaduto con i suoi predecessori.

Confartigianato: i ritardi costano alle imprese un miliardo l'anno
Tre anni e un mese, in media, per avere giustizia in una causa civile, contro i 554 giorni dei colleghi del resto d'Europa. Tanto gli imprenditori italiani devono aspettare, con costi che superano il miliardo di euro ogni anno. A fare i conti è Confartigianato che ricorda come per definire una procedura fallimentare si arrivi addirittura a sette anni. «L'efficienza della giustizia è un fattore determinante per l'attività delle imprese e lo sviluppo», dice il presidente Giorgio Merletti. Le attese più lunghe per un procedimento civile presso il tribunale ordinario si registrano nel distretto di Messina con 1.992 giorni, seguito da Salerno con 1.919 giorni, Potenza con 1.831 giorni, Catanzaro con 1.703 giorni e Bari con 1.484 giorni. I tempi più brevi si rilevano a Trento con 601 giorni, seguito da Trieste con 656 giorni, Torino (666 giorni), Milano (739 giorni), Brescia (818 giorni). Lunghe attese anche a Catania (1.320 giorni in media), a Perugia (1.292 giorni), a Napoli (1.240). A Roma si attende in media 1.074 giorni, contro i 739 giorni di Milano e i 666 di Torino.

Dubbi dall'Anf: rischio flop per le misure anti-arretrato
Dall'Associazione nazionale forense, per bocca del segretario Ester Perifano, perplessità sulle misure ipotizzate per smaltire l'enorme arretrato del civile. La possibile stretta sull'appello e sul ricorso per cassazione - sottolinea Perifano - «vanno nel solco, già percorso in modo fallimentare, di cercare di intervenire sui numeri, a scapito delle tutele: si va sempre di più verso un processo autoritario». In linea, continua l'Anf, con gli interventi degli ultimi vent'anni che però «hanno prodotto risultati scarsi e insoddisfacenti».

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