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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2014 alle ore 12:58.

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Una colonna di mezzi corazzati russi ha passato il confine ucraino ed è entrata a Amvrosiyivka, una cittadina a sud di Donetsk. Secondo fonti ucraine confermate dagli Stati Uniti si tratta del terzo sfondamento del confine in pochi giorni. Mosca dunque resta determinata a a difendere i ribelli pro russi in difficoltà sotto l'attacco delle truppe regolari ucraine.

Appena due giorni fa il leader russo Vladimir Putin e quello ucraino Petro Poroshenko si erano incontrati a Minsk per un vertice regionale e Putin aveva rassicurato il leader ucraino: l'obiettivo comune era quello di far scendere la tensione. Il problema è che Putin, anche agli incontri di Minsk, ha sempre negato che le sue truppe fossero entrate in Ucraina. Le sue smentite sono continuate dopo che un video aveva mostrato un giovane soldato russo con tanto di medaglietta identificativa catturato dagli ucraini. Il giovane viene intervistato e racconta di aver passato i confini con mezzi che viaggiavano nelle campagne e che sapeva che la sua missione era in Ucraina.

Il problema per Putin è delicatissimo: le truppe ucraine stanno facendo progressi importanti contro i ribelli, e dopo le sanzioni imposte dall'Occidente e a pochi giorni da un vertice della Nato e di una visita di Barack Obama a Tallin per un summit con gli Stati baltici, non può dare l'impressione di essere pronto a subire una sconfitta.

Ma la Russia, con il suo comportamento, sta violando le più elementari regole del diritto internazionale. Un Paese che era incluso nel G8 con la responsabilità di tutelare l'ordine e la stabilità internazionali di fatto manda un messaggio chiaro: le rivendicazioni territoriali possono essere perseguite con l'uso della forza piuttosto che con il negoziato. Un messaggio che di fatto giustifica le azioni delle armate islamiche che hanno cancellato i confini fra Iraq e Siria per creare un nuovo califfato in Medio Oriente o che potrebbe giustificare un domani azioni simili da parte del Vietnam o della Cina per altri contenziosi territoriali.

È in quest'atmosfera dunque che ci si prepara a un vertice della Nato chiave per la stabilità non solo politica e militare, ma anche economica dell'Europa. Il vertice si terrà vicino a Cardiff, in Galles, e dovrà da una parte difendere le prerogative del Patto Atlantico, dall'altra, però, cercare una via d'uscita onorevole per Mosca e per Vladimir Putin, sempre più in difficoltà nella gestione di una crisi che rischia di sfuggire di mano a tutti.

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