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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2014 alle ore 06:37.


MILANO
Si indaga in Veneto ma anche in Lombardia. I sospetti sull'esistenza di reti islamiche per reclutare combattenti pronti a partire per la Siria e per l'Iraq in nome della jihad fa scattare l'allarme delle procure del Nord Italia. I magistrati di Venezia avrebbero iscritto nel registro degli indagati cinque persone residenti in Veneto, tutte originarie dei Balcani, finite nel mirino del Reparto operativo speciale dei Carabinieri di Padova nel quadro di un'indagine delicatissima avviata da mesi.
A Milano i sostituti procuratori Maurizio Romanelli e Grazia Pradella indagano su quattro presunti estremisti islamici, tra i quali spicca il nome di Haisam Sakhanh, siriano meglio noto come Abu Omar, che ha vissuto a lungo tra Milano e Cologno Monzese. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, nel 2012 l'uomo avrebbe fatto perdere le sue tracce per finire in Siria. In un video pubblicato sul sito del New York Times, girato nel settembre 2013, si vedono sette ribelli che sparano alla schiena di altrettanti soldati nudi inginocchiati. Uno dei carnefici - è il sospetto - sarebbe proprio Abu Omar.
L'inchiesta della procura di Venezia, anticipata ieri dal Corriere Veneto, sarebbe invece legata alla vicenda di Ismar Mesinovic, un bosniaco residente nel Bellunese morto in combattimento ad Aleppo all'inizio dell'anno dopo aver aderito alla jihad. Gli investigatori hanno ricostruito la sua storia attraverso alcune foto, circolate anche sul web, che lo vedono esanime a terra, in condizioni che fanno presumere che sia stato ucciso, anche se non è possibile dire in che circostanze. L'ipotesi più accreditata è che il giovane bosniaco, fervente musulmano, si sia radicalizzato ed abbia aderito alla jihad, andando a combattere al fianco degli insorti contro Assad. Mesinovic è sposato in Italia dal 2011 con una donna originaria di Cuba, da cui si è poi separato tenendo con sé il figlio, di cui si sono perse le tracce.
Alcuni familiari di Mesinovic, residenti in Germania, hanno raccontato agli investigatori di non conoscere né i motivi per cui l'uomo si sia recato in Siria, né le sorti del figlio. Neanche la ex moglie, che risiede a Belluno, ha saputo fornire notizie utili. La donna non ha voluto convertirsi all'Islam e proprio questa sarebbe la causa della separazione. Mesinovic sarebbe arrivato a picchiare la moglie proprio per la sua ritrosia ad aderire ai principi islamici, al punto che la donna è andata via di casa. Sulla vicenda stanno indagando da mesi i carabinieri del Ros, che si sono concentrati sugli ambienti frequentati dal giovane, a cominciare dal centro islamico dove andava a pregare. Hanno poi allargato l'indagine alle conoscenze di Mesinovic. I cinque indagati gravitavano nello stesso ambiente del bosniaco. Le indagini mirano anche ad appurare se i conoscenti di Mesinovic si siano convertiti al fondamentalismo e se intendessero seguire lo stesso percorso verso la Siria. E ora la procura di Venezia cerca di capire se esistano reti di fondamentalisti islamici impegnati a reclutare aspiranti combattenti. Il reato ipotizzato è quello previsto dall'articolo 270 bis del codice penale: associazione con finalità di terrorismo anche internazionale. Il Ros ha in corso un monitoraggio su una ventina di potenziali jihadisti di origine straniera residenti nel Nord-Est e secondo le ultime stime, sarebbero almeno una quarantina i militanti islamici partiti dall'Italia per andare a combattere in Siria in nome della Jihad.
Dopo l'allerta terrorismo lanciata nei giorni scorsi dal ministero dell'Interno, si era intensificata in Veneto l'attività di intelligence sui centri islamici e sui soggetti considerati vicini al fondamentalismo. Il Dipartimento di pubblica sicurezza aveva inviato a tutti i prefetti e i questori una circolare in cui si disponeva di innalzare ulteriormente il livello di vigilanza sulle sedi istituzionali e su tutti gli obiettivi sensibili (aeroporti, stazioni, scali commerciali) e a rischio di attentato terroristico.
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INCHIESTE PARALLELE
A Milano
Si indaga su quattro presunti estremisti islamici, tra i quali spicca il nome di Haisam Sakhanh, siriano noto come Abu Omar, che ha vissuto a lungo tra Milano e Cologno Monzese
A Venezia
L'inchiesta della procura di Venezia sarebbe invece legata alla vicenda di Ismar Mesinovic, un bosniaco residente nel Bellunese morto in combattimento in Siria all'inizio dell'anno

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