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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2014 alle ore 14:28.
L'ultima modifica è del 01 settembre 2014 alle ore 14:30.

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Guerra Russia-Giappone: sulla nave-museo si celebra il 110mo anniversario

Il 2014, che nelle speranze di Tokyo doveva sancire una svolta nel contenzioso con Mosca sulle Kurili meridionali, finisce per arenare temporaneamente ogni possibile soluzione tra una serie di sanzioni reciproche post-Crimea, anche se in autunno è stata sostanzialmente confermata la prevista visita di Putin a Tokyo. Quest'anno segna anche un anniversario: non solo il centenario dell'inizio della Prima guerra mondiale, ma anche i 110 anni dall'inizio della guerra russo-giapponese che ne fu una prova generale e ne influenzò le origini. Oggi quella guerra è generalmente considerata in Giappone giusta e sacrosanta. A Yokosuka, 80 km a sud di Tokyo, sono già in vendita i calendari celebrativi dei 110 anni della vittoria sulla Russia del 1905. Li si trova nella piazza adiacente al porto commerciale, dove si erge la statua dell'Ammiraglio Heihachiro Togo e si trova, trasformata in museo, la nave ammiraglia della flotta giapponese che annientò quella russa del Baltico: la Mikasa. Sono in molti a visitarla. La narrativa del museo sugli avvenimenti appare piuttosto nazionalista: fu una guerra assolutamente difensiva (anche se furono i giapponesi ad attaccare per primi) che iniziò dopo la comunicazione dell'interruzione delle relazioni diplomatiche (i russi sostengono che fu in sostanza un attacco a tradimento, nello stile poi replicato a Pearl Harbor); fu un conflitto che, in quanto finito con la prima sconfitta della razza bianca, promosse lo sviluppo dei movimenti anticolonialisti nell'intera Asia e influenzò anche l'indipendentismo nazionale in Polonia e Finlandia e persino la nascente lotta al razzismo negli Usa; fu una vicenda che deve restare a gloria imperitura della nazione. Il museo è molto interessante e non manca una presenza italiana: una targa donata dal Capo di Stato maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, nel corso della sua recente visita in Giappone, e le immagini dei due incrociatori corazzati costruiti a Genova dall'Ansaldo (Kasuga e Nisshin) che arrivarono appena in tempo per partecipare alla guerra. C'è pure l'occasione per fare "cosplay", ossia vestirsi da ufficiali superiori della Marina.

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