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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2014 alle ore 09:32.
L'ultima modifica è del 01 settembre 2014 alle ore 21:09.
Il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, trattenuto in India dal febbraio 2012 insieme al collega Salvatore Girone, nel pomeriggio di ieri «ha accusato un malore che ne ha reso necessario il ricovero nel dipartimento di neurologia di un ospedale di New Delhi, ove tuttora è trattenuto in osservazione». Lo rende noto il ministero della Difesa, sottolineando che «i sanitari si sono dichiarati soddisfatti di come ha reagito alle prime cure».
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, si è recata immediatamente in India «per accertarsi di persona delle condizioni di salute di Latorre ed essere vicina ai nostri fucilieri di Marina e alle loro famiglie». Riportare i marò in Italia rimane una delle priorità del Governo italiano, dice il ministro degli Esteri Federica Mogherini che, «appena informata del malore che ha colpito Massimiliano Latorre, ha contattato la compagna del marò, Paola Moschetti, per esprimerle la vicinanza sua e del governo». Lo rende noto la Farnesina.
Il premier Matteo Renzi ha avuto una telefonata con il ministro della Difesa , Pinotti in India - per conoscere le condizioni di salute di Latorre. La decisione del ministro della Difesa di volare in India è stata presa di concerto con lo stesso premier.
La figlia del fuciliere italiano ha pubblicato un post su Facebook in cui fa scrive: «Mi ha chiamata papà poco fa, mi ha detto che sta meglio e che mi ama».
Le notizie dall'ospedale
L'incidente, un'ischemia, a quanto si è appreso oggi a New Delhi, è avvenuto nel pomeriggio di domenica verso le 17 locali, dopo che Latorre era andato all'aeroporto ad accogliere la compagna Paola Moschetti con la quale era rientrato nella sua residenza che si trova all'interno dell'ambasciata d'Italia a New Delhi. I due avevano deciso di riposarsi in camera da letto. Ad un certo punto Massimiliano si è alzato dicendo di voler andare al bagno ma, fatti pochi passi, si è accasciato al suolo. La compagna ha immediatamente chiamato in una casa poco distante l'altro fuciliere, Salvatore Girone, che si è precipitato sul posto predisponendo con il personale dell'ambasciata i primi soccorsi ed il trasferimento all'ospedale Primus, distante alcune centinaia di metri dalla rappresentanza diplomatica.
Nel pronto soccorso il militare è stato immediatamente sottoposto ad una tac che ha evidenziato «un grumo di sangue nel cervello» che aveva provocato un attacco ischemico transitorio (Tia). Questo ha spinto i sanitari ad intervenire con una terapia di eparina per sbloccare la situazione. Dopo le prime cure Latorre è stato trasferito ad un altro ospedale della città specializzato in neurologia, dove è attualmente ricoverato e sottoposto a terapie rigenerative. I sanitari, data la delicatezza del caso, hanno suggerito «la massima tranquillità, senza scosse emotive».
Le condizioni sembrano al momento rassicuranti. Eppure nel pomeriggio il fratello di Salvatore, Alessandro Girone, ha fatto sapere di essere in contatto con lui da ieri sera e ha parlato di una situazione «abbastanza seria»: «Massimiliano ha avuto un ictus in una zona profonda del cervello. Ora bisogna tenerlo sotto controllo perché la situazione è abbastanza seria e delicata. Massimiliano si è svegliato, ha parlato, ma non ha ancora recuperato al 100%», ha raccontato.
La strategia italiana sulla vicenda marò: puntare ad arbitrato internazionale
Prima di rientrare in Italia, il ministro Pinotti ha confermato all'Ansa di aver utilizzato il viaggio anche per esaminare altri aspetti legati alla vicenda dei Fucilieri, non dimenticando di "dover operare per favorire una soluzione della controversia con l'India". Riportare Latorre e Girone in Italia è per noi una priorità, ha assicurato, «lo è sempre stata ma ancor più lo è oggi alla luce di quanto avvenuto e della situazione di difficoltà creatasi».
La strategia italiana attuale è quella annunciata mesi fa dai ministri Mogherini e Pinotti di una internazionalizzazione della vicenda mirante ad un arbitrato internazionale.
Sulla via di questo obiettivo di fondo, però, tenendo presente che nei due Paesi vi sono due governi nuovi, la parte italiana sta proponendo all'India un "dialogo costruttivo" che permetta alle parti di trovare vantaggiosa una soluzione negoziata che preveda il ritorno in tempi rapidi a casa dei due Fucilieri.
Il processo
Sul fronte processuale, potrebbe essere affidato a un nuovo giudice di New Delhi il processo ai due militari, che il primo agosto era stato aggiornato al 14 ottobre. Il magistrato che presiede il tribunale speciale indiano della «session court» a cui è affidato il caso, Bharat Parashar, si occupa infatti dello scandalo delle concessioni minerarie alle compagnie del carbone, un caso al centro del dibattito politico, ed è impegnato in udienze quotidiane che secondo fonti giudiziarie non gli permetteranno di guidare il processo ai due Fucilieri di Marina.
La polizia antiterrorismo Nia, che ha istruito il caso dei marò accusati dell'uccisione di due pescatori indiani nel febbraio 2012, lo ha affidato al tribunale speciale nonostante l'opposizione della difesa che sostiene che la Nia non avesse più competenza una volta che ha rinunciato a procedere in base alla legge anti-pirateria (Sua Act). Il 28 marzo la Corte suprema aveva accordato una sospensiva al processo presso il giudice speciale dopo aver ammesso un ricorso sull'incompetenza della Nia, su cui si è in attesa delle controdeduzioni del governo di New Delhi.
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