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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2014 alle ore 20:46.
L'ultima modifica è del 02 settembre 2014 alle ore 20:53.

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Un voto al cardiopalmo. Il Brasile, a un mese dalle elezioni presidenziali, vive una compagna elettorale ricca di colpi di scena. L'incidente mortale di un candidato forte, Eduardo Campos, lo strabiliante recupero della "Verde" Marina Silva, l'emorragia di consensi del presidente Dilma Rousseff e ora la possibile discesa in campo dell'ex presidente Lula.

I sondaggi vedono Marina Silva e Rousseff appaiate, con il 34% di voti, dopo che il distacco a vantaggio della presidenta in carica, solo un mese fa, pareva incolmabile. Dunque un ballottaggio obbligato, in programma il 26 ottobre e, secondo gli ultimi sondaggi, una vittoria definitiva di Silva, candidata che i brasiliani considerano "più fresca" e meno compromessa con il rallentamento economico in corso.

Potrebbe essere una sconfitta bruciante per la Rousseff, presidente in carica in quota Pt (Partito dei lavoratori). Ecco perché la "carta" Lula, giocabile entro il 15 settembre, potrebbe rivelarsi un jolly vincente.

Lula ha guidato il Paese per due mandati consecutivi ed è rimasto in sella dal 2003 al 2010, gli anni del miracolo brasiliano. Dilma Rousseff ha beneficiato del boom e nel 2011 è stata eletta presidente ma un anno dopo il ciclo economico ha mostrato un palese rallentamento. E ora, dopo mesi in cui pareva imbattibile nella rielezione del 5 ottobre, rischia di perdere a vantaggio di Marina Silva, già ministro dell'Ambiente di Lula. Analfabeta fino a 16 anni, figlia di contadini estrattori di caucciù, 56 anni, Marina si è laureata in storia e gode di un'immagine di donna eroica. Vive a Brasilia in un appartamento di tre locali e non è mai stata sfiorata da episodi di corruzione.

Il suo punto debole è il programma economico del Brasile, così come pare poco attrezzata riguardo alle strategie per uscire dalla crisi. La Rousseff ha cercato di batterla su questa vulnerabilità e con riferimento alla spesa pubblica Rousseff ha dichiarato: «Non è chiaro da dove prenderà il denaro per le sue proposte».

Ma nel confronto tv la Silva ha rilanciato la sua immagine di ex indigente, ora candidata presidente. Il voto degli evangelici (cui appartiene) potrebbe essere determinante per sconfiggere Rousseff, presidente irreprensibile ma con modeste capacità empatiche.

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