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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 09 settembre 2014 alle ore 13:34.
È il giorno della paura e della rabbia. Paura per il marò Massimiliano Latorre colpito domenica sera da ischemia e ricoverato in ospedale a New Delhi dove è subito volata il ministro della Difesa Roberta Pinotti per accertarsi delle condizioni del militare italiano in stato di fermo in India dal 2012, insieme al collega Salvatore Girone, con l'accusa di aver ucciso due pescatori nel Kerala. Il sottufficiale di Marina ha ripreso subito coscienza e starebbe meglio, anche se il fratello di Girone ieri ha parlato di «situazione seria» e di ictus che avrebbe colpito «una zona profonda del cervello».
Ma ieri è stata anche il giorno della rabbia, quella dei familiari dei due marò che finora hanno seguito la vicenda con pacatezza e pazienza. È soprattutto la figlia di Latorre, Giulia di 20 anni, a lasciarsi andare a uno sfogo pubblicando ieri su facebook post che poi, di volta in volta, ha modificato. «Italia fai schifo» è stato uno degli epiteti utilizzato: «Ora con questo problema deve restare molto lì, mentre voi state a dire sempre le stesse cazzate che lo porterete qui in Italia?». E ancora difendendosi dagli attacchi degli internauti: «Vi preoccupate di portare qui gli immigrati che bucano le ruote perché vogliono soldi e non vi preoccupate dei vostri fratelli che combattono per voi», ha aggiunto prima di far sapere con un altro post di avere ricevuto una telefonata dal padre in cui la rassicurava sulle sue condizioni. «I sanitari si sono dichiarati soddisfatti di come ha reagito alle prime cure», ha chiarito con una nota il ministero della Difesa.
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini ieri ha chiamato la compagna di Latorre, Paola Moschetti che domenica sera si trovava proprio in compagnia di Latorre, confermando l'impegno del Governo a riportare in Italia i due marò: «Per il governo è una priorità. E come sempre, il ministero degli Esteri e tutte le sue strutture sono al lavoro per assistere al meglio i due militari e le loro famiglie». Durissime invece le reazioni delle opposizioni: da Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, che ha suggerito al Governo di lanciare un ultimatum a Nato, Onu e Ue con il ritiro immediato dei contingenti militari italiani da tutte le missioni di pace fino al senatore di Fi Maurizio Gasparri che ha chiesto al «governo-slide» di rispondere alla figlia di Latorre che «con sincerità e rabbia ha scritto la verità su marò e immigrati».
Il premier – che ieri ha chiamato la Pinotti per informarsi delle condizioni del fuciliere – già da alcuni mesi ha cambiato stategia sull'intricata vicenda dei due marò dopo il nulla di fatto del passato: di fronte allo stallo giudiziaro già a fine febbraio aveva provveduto alla sostituzione dell'inviato Staffan De Mistura con un team nuovo di giuristi puntando sull'internazionalizzazione della vicenda, con il ricorso a un arbitrato. Ma parallelamente, non è stata mai abbandonata la via bilaterale dei negoziati con il nuovo leader della destra Modi che, a differenza del partito del Congresso di Sonia Gandhi, non è più vincolato dal fattore dell'"italianità" che in passato aveva impedito la trattativa extragiudiziale. Una via questa del negoziato che ora potrebbe riprendere forza anche alla luce delle condizioni di salute di Latorre.