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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2014 alle ore 17:29.
L'ultima modifica è del 02 settembre 2014 alle ore 17:42.

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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Ansa)Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Ansa)

L'elezione dei giudici della Corte costituzionale e dei membri laici del Csm è ormai «non ulteriormente differibile». A una settimana dal 10 settembre, quando il Parlamento tornerà a riunirsi in seduta comune, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha scritto ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. «Confido - ha detto - che entrambi vi adopererete presso i gruppi parlamentari di ciascuna Camera per conseguire le convergenze tra maggioranza e opposizioni necessarie per il raggiungimento delle maggioranze richieste dalla Costituzione (rispettivamente, in questa fase, tre quinti dei componenti le Assemblee e tre quinti dei votanti)».

L'appello alle forze politiche
Quello della prossima settimana è il sesto scrutinio per l'elezione dei due giudici della Consulta cessati dall'incarico lo scorso 28 giugno e il terzo per l'elezione degli otto componenti non togati del Consiglio superiore della magistratura, che ha concluso il suo mandato il 31 luglio (l'ultima fumata nera era stata il 23 luglio). «Entrambi gli organi - nota il capo dello Stato - saranno chiamati ad affrontare nei prossimi mesi importanti scadenze». È dunque, importante, ha affermato Napolitano, che dell'organo di autogoverno della magistratura è presidente, che le forze politiche «dedichino nel corso di questa settimana l'attenzione necessaria per compiere le loro scelte e garantire l'esito positivo delle prossime votazioni».

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