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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2014 alle ore 23:25.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2014 alle ore 16:43.

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È un medico di Boston il terzo americano contagiato dal virus dell'Ebola in Liberia. Si chiama Rick Sacra ed è tornato in Liberia un mese fa, dopo che altri suoi due colleghi si sono ammalati. Lo ha reso noto l'organizzazione umanitaria Sim Usa, presso la quale lavora.

«Non curava i pazienti affetti dal virus, aiutava le partorienti all'ospedale della missione», ha detto il presidente dell'organizzazione, Bruce Johnson.
Quando un suo collega si è ammalato e così anche un volontario, Sacra si è reso conto di avere gli stessi sintomi e ha avvertito i responsabili.

Non è stato ancora rivelato se il dottore sarà trasferito negli Stati Uniti per curarsi come gli altri due colleghi, il medico Kent Brantly e la volontaria Nancy Writebol, entrambi guariti dopo essere stati sottoposti al trattamento sperimentale con il siero ZMapp.

L'allarme dell'Oms: oltre 1900 vittime
Intanto l'epidemia di Ebola si sta ulteriormente diffondendo. In Africa occidentale i casi sono aumentati. Al momento «si contano 3.500 persone contagiate in Guinea, Sierra Leone e Liberia, e oltre 1.900 vittime», ha detto il direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, nel corso di una conferenza stampa a Washington.

Una road map per mettere sotto controllo il virus
E per far fronte all'emergenza causata dalla febbre emorragica, l'Oms, insieme alle United Nations e con la collaborazione di vari Paesi, primi gli Stati Uniti, ha delineato una "road-map". L'obiettivo è mettere sotto controllo il diffondersi dell'epidemia di Ebola nell'Africa Occidentale nel giro di pochi mesi. Per questo, sarà necessario triplicare e persino quadruplicare la risposta all'epidemia, da condurre tramite azioni coordinate globali: lo ha annunciato la stessa Margaret Chan, spiegando che nei Paesi più colpiti (Guinea, Liberia, Sierra Leone) si punta a invertire la tendenza ai contagi nel giro di 3 mesi. Dopo questo primo step, l'obiettivo è quello di bloccare del tutto le trasmissioni del virus in 6-9mesi.

Necessarie risorse per 600 milioni di dollari
«Per riuscire solo a mettere la situazione sotto controllo ci vogliono almeno 600 milioni di dollari, migliaia di addetti medici, e centinaia di persone di supporto logistico, oltre a denaro contante, mezzi di trasporto e cosi via», ha affermato nel corso della conferenza David Nabarro, coordinatore per la risposta all'Ebola delle Nazioni Unite.

Il presidente Obama: sappiamo come fermare il virus
Anche Barack Obama è nuovamente sceso in campo contro l'epidemia. «Fermare il virus non è facile, ma sappiamo come farlo», ha assicurato il presidente degli Stati Uniti, a fronte di una mobilitazione globale che si amplifica e che vede l'allargamento del fronte con un nuovo focolaio in Congo. «Il primo passo nella lotta per bloccare l'Ebola è conoscere i fatti», ha detto Obama in un video sul sito della Casa Bianca, rivolgendosi alla popolazione dell'Africa occidentale.

Resta alto l'allarme in Occidente
L'Occidente per ora resta salvo, ma le parole che rimbalzano dall'altra parte dell'Oceano tengono alto l'allarme. «L'epidemia di Ebola è la più vasta e la più grave mai vista negli ultimi 40 anni. È una minaccia globale che richiede risposta globale e coordinata», ha detto Margaret Chan, direttore generale dell'Oms.

Il ministro della Salute Lorenzin: in Italia situazione sotto controllo
«Nel nostro paese la situazione è sotto controllo. Siamo stati tra i primi ad attivare il sistema di allerta e le procedure di sicurezza sono attive nei porti e negli aeroporti», ha assicurato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «La situazione in Africa è drammatica anche a causa della mancanza assoluta delle più elementari misure d'igiene pubblica - ha specificato il ministro - e l'Oms deve intervenire al più presto. Ma il nostro Paese non corre più pericoli di altri paesi europei».

Lorenzin: nessun rischio dall'operazione Mare Nostrum
Lorenzin ha rassicurato anche in merito ai rischi derivanti dagli sbarchi di profughi. «Dall'operazione Mare Nostrum - ha detto - non ci sono rischi e pericoli. I nostri protocolli di sicurezza sono all'avanguardia e sono stati predisposti tutta una serie di controlli sanitari già in mare a bordo delle navi con medici del Ssn».

Il 22 settembre summit dei ministri della salute europei
L'emergenza Ebola sarà anche il tema dell'agenda Ue, quando il prossimo 22 settembre si terrà la riunione dei ministri della salute europei. È stato intanto dimesso dal Royal Free Hospital di Londra il primo paziente britannico colpito da Ebola dopo che è guarito completamente dal virus. Will Pooley lavorava come infermiere volontario in Sierra Leone.

Falso allarme a Padova
E in Italia si è registrato un falso allarme dopo i controlli fatti su due pazienti stranieri, ai quali è però stata diagnosticata la malaria all'azienda ospedaliera di Padova da dove fanno sapere che al momento «non risultano pazienti con diagnosi confermata di virus Ebola».

In Nigeria sette vittime
È invece salito a sette il numero delle persone morte in Nigeria, il paese più popoloso dell'Africa, dopo aver contratto il virus. L'ultima vittima, ha annunciato il ministero della Sanità, è stata accertata a Port-Harcourt, la principale città della regione petrolifera del sudest del Paese.

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