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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2014 alle ore 08:53.
L'ultima modifica è del 03 settembre 2014 alle ore 10:13.

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Matteo Renzi (Lapresse)Matteo Renzi (Lapresse)

«Provo commozione, rabbia e indignazione, che credo sia il sentimento di tutti. Veder sgozzare un altro giornalista ti lascia fuori di testa. Sono andato ad agosto in Iraq a Baghdad e a Erbil per sottolineare che noi siamo dalla parte della dignità dell'uomo contro chi sgozza i giornalisti e fucila i bambini, contro la violenza sulle ragazze che vengono rinchiuse nei bordelli di Mosul. L'Europa non può essere solo un insieme di vincoli. Spero che già dal vertice del Nato ci sia la piena consapevolezza di dover intervenire in modo sempre più deciso per fermare il genocidio che sta avvenendo». Il premier Matteo Renzi parla ai microfoni di Rtl 102.5 e spazia dalla politica internazionale alle riforme interne, a partire dalle linee guida sulla scuola che saranno pubblicate oggi sul nuovo sito passodopopasso.italia.it. Senza risparmiare attacchi al capitalismo italiano: «In Italia sono 30 anni in cui sono sempre i soliti, che sono i proprietari dei giornali, quelli che stanno dentro i salotti che contano della finanza, che si comprano le aziende e poi i posti di lavoro non crescono e l'Italia da 15 anni è ferma. Allora io vorrei spalancare questo Paese».

Troppe tensioni ai confini dell'Europa «ma non è scontro di civiltà»
«Provate a immaginare una cartina», dice Renzi. «L'Europa è circondata in tutti i suoi confini da tensioni». La situazione è tutt'altro che semplice ma non bisogna esagerare: «Non siamo alla guerra mondiale o alla guerra fredda né allo scontro di civiltà ma bisogna essere attenti e costruire occasioni di dialogo e di lavoro».

Ucraina, torni la ragionevolezza
Domani i paesi del G7 vedranno il presidente ucraino Poroshenko prima di iniziare il vertice Nato. Sulla crisi ucraina, Renzi si augura «che torni la ragionevolezza». La strada su cui bisogna proseguire sono gli incontri bilaterali: «La Russia dovrebbe tornare a svolgere il suo ruolo internazionale, partendo dal fatto che i confini dell'Ucraina non possono essere messi in discussione».

Cautela sui marò: «Cerchiamo i binari giusti»
«La vicenda dei marò» bloccati in India «è nata male e proseguita peggio», afferma Renzi. «Stiamo cercando di metterla nei binari giusti. Ne ho parlato con il premier indiano Modi, gliene riparlerò nei prossimi giorni in occasione dei vertici internazionali, ma non mi fate dire niente di più, perché potrebbe non essere utile».

Scuola: precari dentro ma valutazione per tutti
Ribadendo che «la scuola è il valore più grande di un paese, il vero fattore di crescita», il premier ha auspicato che «tutta Italia per un anno discuta di come vogliamo rifare la scuola» perché «o la rifà una comunità oppure sarà l'ennesima riforma calata dall'alto». Sui supplenti chiarisce: «Noi diciamo che tutti quelli che stanno dentro le graduatorie a esaurimento devono essere assunti perché hanno un diritto nei confronti dello stato. In cambio dell'assunzione chiediamo di cambiare le regole del gioco: più disponibilità a essere valutati e possibilità ai presidi di scegliersi gli insegnanti che ritengono più adatti e ai docenti che non hanno incarico in cattedra di stare nella squadra del preside per occuparsi di gestione dell'offerta formativa, di fare il supplente». Percorsi meno ingessati, insomma. E voce ai protagonisti: «Dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo gli studenti e le famiglie sul programma. Io sono per mettere più storia dell'arte, musica ed educazione fisica. Più lingue: prendete me, io parlo più un globish che un English».

«Spalancare il paese» congelato dai "soliti noti"
Sulle regole da cambiare, a partire da quelle sul lavoro, Renzi ha precisato che la parola magica è «aprire il paese agli investimenti, italiani ed esteri». Basta con il «privilegiare gli amici degli amici, come ha fatto il capitalismo italiano» monopolizzato dai «soliti noti»: «Preferisco che arrivi qualcuno dall'estero con soldi veri a creare posti di lavoro a certi
presunti capitalisti italiani che hanno finto di fare investimenti e invece da trent'anni son sempre loro, quelli del salotto buono». Tra i settori strategici ha citato il know how degli ingegneri e il farmaceutico. Svecchiato e sbloccato il contesto, «quello che dobbiamo cambiare del mercato del lavoro lo cambieremo».

Expo: senza senso spostare i bronzi di Riace da Reggio a Milano
Premettendo di essere un tifoso dei "viaggi" delle opere d'arte e ricordando di aver spedito in Giappone, da sindaco di Firenze, un'opera di Leonardo tra le critiche, il premier esprime contrarietà all'idea di spostare i bronzi di Riace da Reggio Calabria a Milano per l'Expo: «Non ha senso: perché spostare i bronzi quando dovrei portare i visitatori da Milano a Reggio?».


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