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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2014 alle ore 13:44.
L'ultima modifica è del 03 settembre 2014 alle ore 20:40.

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Di Menna (Uil): piano di difficile applicazione
Perplesso sugli scatti anche Massimo Di Menna (Uil), che ha commentato la riforma ai microfoni di Radio24: «È un piano ambizioso ma ci sono degli aspetti di difficilissima applicazione», come l'inglese dal primo anno della scuola primaria già da settembre 2015 o il decollo di un sistema valutativo che prevede la presenza di una funzione ispettiva in assenza di ispettori.

Snals: aprire subito le trattative per il rinnovo del contratto
«Si tratta di un documento complesso che va letto con grande attenzione», dice a caldo il segretario generale dello Snals, Marco Paolo Nigi. Condivisibili, per il sindacato, gli aspetti relativi alla stabilizzazione dei precari, alla creazione di un organico funzionale e al nuovo concorso. Ma perché l'impegno del governo sia credibile, servono «precise garanzie di un immediato avvio delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro dove, in presenza dello stanziamento di adeguate risorse, si affrontino congiuntamente gli aspetti normativi ed economici, compresi quelli legati al riconoscimento della professionalità che deve tener conto sia dell'anzianità sia del merito».

Gilda: «Giù le mani dagli scatti di anzianità»

«Giù le mani dagli scatti di anzianità e no secco al potenziamento dei poteri dei presidi», dice Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda. A suo avviso «Renzi parte con il piede sbagliato». Di Meglio definisce infine «assurdo» anche chiedere agli studenti quali materie vogliono studiare: «I programmi devono essere redatti a livello nazionale e non in base alle preferenze degli alunni ma ai curricula che servono per rendere competitivi gli studenti italiani».

Anief: vanno sistemati altri 100mila abilitati
Bene le assunzioni e lo svuotamento delle graduatorie, ma Anief ricorda dal canto suo che non bisogna dimenticare «tutti gli abilitati tramite Tfa e Pas, oltre che gli idonei ai concorsi e chi ha conseguito il diploma magistrale fino al 2001: siccome dal 2016 non sono più previste assunzioni da graduatorie, verranno abbandonati al loro destino?».

Studenti critici: «Università trascurata»
Dall'Unione degli universitari (Udu) la bocciatura è sonora: la riforma «vuole essere partecipata ma non considera minimamente il mondo dell'università, abbandonato a se stesso, dando una visione di un'istruzione a compartimenti stagni». Più morbida la Rete degli studenti medi, secondo cui però nel confronto e nella consultazione si deve fare «un ragionamento strutturato sull'intero mondo dell'istruzione, sui collegamenti indispensabili tra scuola, università e mondo del lavoro». Per Uds, invece, il nodo è un altro: «Il grande assente nella proposta è il diritto allo studio. Il governo vorrebbe addirittura finanziarizzare le misure di contrasto alla dispersione, permettendo ai privati di lucrare su quello che dovrebbe essere un diritto».

Brunetta (Fi): «Curiosi di conoscere coperture»
Se il Pd fa quadrato intorno al premier - con l'unica eccezione di Cesare Damiano che, pur vedendo «novità interessanti», biasima l'assenza di riferimenti ai docenti "quota 96" - e persino l'ex ministra azzurra dell'Istruzione Mariastella Gelmini concede un'apertura di credito a Renzi («Speriamo non siano solo annunci»), il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, twitta: «Curiosi di sapere costi, coperture e modalità assunzione 150.000 precari scuola a settembre 2015. Non servono 136 pagg, basta un tweet, Matteo Renzi».


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