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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2014 alle ore 09:22.
L'ultima modifica è del 03 settembre 2014 alle ore 10:34.

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Boicottare i mondiali di calcio 2018 in Russia per spingere il presidente Vladimir Putin a modificare la propria posizione sull'Ucraina: secondo il Financial Times l'ipotesi è allo studio fra i Paesi dell'Unione europea e piace a Paesi vicini di casa come Estonia e Lituania.

Secondo Financial Times, l'ipotesi (che non fa parte della lista di nuove sanzioni che i 28 sono pronti a varare entro la settimana), è emersa ieri in occasione di una riunione dei rappresentanti permanenti presso l'Ue. «Per la prima volta dall'inizio della crisi ucraina nove mesi fa - scrive il quotidiano della City - i diplomatici dell'Ue la stanno seriamente prendendo in considerazione».

Tra le opzioni sul tavolo dei 28, ieri circolava infatti l'ipotesi di sospendere la Russia da «eventi internazionale culturali, economici o sportivi di primo piano». Tra gli eventi sportivi, il Ft cita la Formula Uno - proprio quest'anno per la prima volta la Russia ospiterebbe la Formula Uno, il prossimo 12 ottobre a Sochi - gli europei di calcio e i mondiali che nel 2018 già assegnati alla Russia. «L'idea di togliere alla Russia il diritto di ospitare la coppa del mondo è emersa durante le discussioni tra i leader europei», scrive anche il The Telegraph, citando fonti diplomatiche. A spingere per il boicottaggio dei Mondiali di calcio sarebbe il premier britannico David Cameron.

C'è un precedente che risale a 34 anni fa. Dopo l'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Unione Sovietica, nel 1979, i paesi occidentali, spinti dagli Stati Uniti, boicottarono le Olimpiadi del 1980 che si svolsero a Mosca. Quattro anni dopo l'Urss e i paesi del blocco di Varsavia boicottarono a loro volta le Olimpiadi del 1984 a Los Angeles.

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