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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2014 alle ore 12:29.
TALLINN - C'è la parte emotiva di questo viaggio di Barack Obama a Tallinn in Estonia, ai confini con una Russia sempre più minacciosa. E c'è la parte politica: che Mosca non pensi neppure lontanamente di fare ai confini dei paesi baltici quello che ha fatto in Ucraina. «Se dovessimo arrivare a quel momento - ha detto Obama - se qualcuno da queste terre chiederà "chi viene in nostro aiuto?" saprete la risposta. L'Alleanza Atlantica. Incluse le forze armate degli Stati Uniti, qui, presenti, ora. Saremo qui per l'Estonia. Saremo qui per la Lettonia. Saremo qui per la Lituania. Avete già perso una volta la vostra indipendenza, con la Nato non la perderete mai più».
Un applauso forte, sincero. Colpisce venendo a Tallinn quanto forte sia ancora fra la gente la memoria della dominazione sovietica. Venticinque anni sono molti, ma sono nulla nella memoria di un quarantenne che da ragazzino è cresciuto con il regime sovietico in casa. Ed è questa la differenza fra Estonia, Lettonia, Lituania ma anche Polonia e anche altri e chi in Europa occidentale sente molto distanti le azioni di Vladimir Putin in Ucraina in appoggio agli indipendentisti russi.
Anche in Estonia il 24% della popolazione è di origine russa come in Ucraina orientale. E dunque emotivamente ieri Obama nel suo discorso al Nordea Concert Hall di Tallinn, dedicato a tutti i paesi baltici, è riuscito a coinvolgere il pubblico in sala parlando di multiculturalismo, di convivenza, dei successi dell'economia di mercato e della democrazia dopo la liberazione di 25 anni fa. Ha ricordato gli anni bui, le difficoltà e i progressi. Con un messaggio per l'Europa occidentale: che non vi siano percezioni diverse per le azioni di Mosca fra Europa dell'Est e dell'Ovest.
Obama ha fatto una delle più dure requisitorie contro le azioni di Mosca in Ucraina. Attaccando soprattutto la minaccia chiarissima all'ordine e alla stabilità internazionali. «La visione di liberta è minacciata dall'aggressione russa contro l'Ucraina. Il suo assalto all'integrità territoriale dell'Ucraina, una nazione europea sovrana e indipendente, sfida i principi basilari del nostro sistema internazionale. I confini non possono essere ridisegnati sotto la minaccia di una pistola» e poco dopo ha aggiunto: «L'ordine internazionale viene minato alla base se i diritti dei popoli sono cancellati dalla forza bruta. Questo oggi è in gioco in Ucraina. Ed è per questo che siamo al fianco del popolo ucraino».
Il discorso di ieri è servito per mobilitare l'Alleanza Atlantica. Obama è partito in serata per Cardiff e Newport in Galles, dove si terrà oggi il vertice Nato al quale parteciperanno i 28 membri e altri 32 paesi legati da accordi di partnership. Un vertice che potrebbe segnare una svolta nei rapporti con Mosca: «La Russia non è più un partner della Nato» hanno detto ieri sera alti funzionari dell'alleanza «e l'obiettivo del vertice è decidere la strategia di lungo termine per rendere sicura l'Europa con questa Russia».
Nel suo discorso Obama ha illustrato gli obiettivi americani. E come potrà aiutare in modo diretto i paesi baltici. Intanto vi sarà l'invio di 4mila soldati della Nato che si muoveranno a rotazione fra i tre Paesi per non violare un accordo silgato con la Russia ai tempi dell'allargamento della Nato: non ci sarebbero stati dispiegamenti permanenti di soldati ai confini russi. E l'America vuole rispettare gli accordi. Le nuove forze potranno essere mobilitate in 48 ore.
Obama ha anche ribadito il principio secondo cui «le porte della Nato resteranno aperte a tutti». Una risposta all'Ucraina che nei giorni scorsi ha ventilato l'aspirazione a entrare a far parte della Nato? No. La posizione americana e dell'Europa non è cambiata su questo e a Newport non ci sarà un invito all'Ucraina. Ma sulla necessità di dfendersi non si faranno passi indietro. «l'articolo 5 vale per tutti i Paesi. Non ci sono membri nuovi o vecchi. E spero che tutti faranno la loro parte anche dal punto di vista finanziario» ha detto Obama. Il presidente ha aggiunto che al vertice di oggi si parlerà di Isis e della minaccia che i terroristi dello stato islamico rappresentano. Il giorno dopo la decapitazione del reporter Sotloff, il presidente Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio a Obama parlando di un «atto di brutale efferatezza che non può concepirsi nel XXI secolo».