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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2014 alle ore 10:04.
L'ultima modifica è del 05 settembre 2014 alle ore 21:27.

Tensione alle stelle, nel rione Traiano a Napoli, dopo la morte di Davide Bifolco, il 16enne colpito da una pallottola di un'arma di servizio di un carabiniere durante un inseguimento. Dopo l'accaduto, centinaia di persone si sono radunate in strada, e la polizia è intervenuta con le volanti per garantire l'ordine pubblico. Proteste, rabbia e dolore nel rione Traiano. Due volanti risultano danneggiate, hanno i vetri rotti.
Il militare indagato per omicidio colposo
Il carabiniere che ha ucciso il ragazzo è indagato per omicidio colposo. Il militare, un 22enne in servizio alla Radiomobile, è stato già interrogato dal pm Manuela Persico, titolare dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso.
I carabinieri: colpo accidentale
Tutto in pochi minuti. Nella ricostruzione fornita dai carabinieri di quanto accaduto nelle prime ore di questa mattina a Napoli, nel rione Traiano, la morte di Davide Bifolco, 17 anni il 29 settembre, è il frutto di un colpo da una pistola di servizio di un militare dell'Arma partito per errore, secondo la versione dei militari, durante le concitate fasi per arrivare a bloccare due delle tre persone che erano fuggite all'alt della pattuglia a bordo di uno scooter.
La ricostruzione dei militari
Sono circa le 2.40 quando una gazzella del Nucleo radiomobile di Napoli, in viale Traiano, nota i tre senza casco che viaggiano in sella a uno scooter. Uno dei tre è un latitante, che viene riconosciuto dai carabinieri. Il conducente non si ferma all'alt, e inizia l'inseguimento. In via Cinthia, il guidatore del mezzo in corsa impatta contro una aiuola e perde il controllo, urta la gazzella, e scooter e passeggeri cadono a terra. Subito dopo la caduta, il latitante, Arturo Equabile, 23 anni, fugge a piedi facendo perdere le tracce pur inseguito da uno dei due componenti della pattuglia.
Intanto, il secondo sta procedendo a bloccare Davide e Salvatore Triunfo, 18 anni, precedenti per reati contro il patrimonio. A questo punto dalla sua pistola parte un proiettile in maniera accidentale e raggiunge, all'emitorace sinistro il diciassettenne. Chiamata d'emergenza arriva un'ambulanza del 118 che carica il ferito e lo trasporta all'ospedale San Paolo, dove però i medici non possono fare altro che constatare il decesso. Sono passati all'incirca una decina di minuti.
L'identificazione
Davide Bifolco, si è detto, avrebbe compiuto 17 anni tra pochi giorni. In caserma, fermato dai militari dell'Arma, c'è un secondo occupante del mezzo, il 18enne Salvatore Triunfo, precedenti per reati contro il patrimonio e danneggiamento. I carabinieri invece hanno identificato e ricercano il terzo occupante dello scoter, un latitante, secondo quanto si è appreso, con precedenti per reati contro il patrimonio, evaso dai domiciliari a febbraio scorso.
Proteste, rabbia e dolore nel rione Traiano
Nel quartiere popolare, sono in tanti che parlano di «omicidio» chiedendo «giustizia». Dopo la ribellione spontanea della scorsa notte, quando centinaia di persone sono scese in strada imprecando e lanciando anche sassi e oggetti contro le auto delle forze dell'ordine, questa mattina parenti, familiari, amici e vicini di casa di Davide forniscono la propria versione dei fatti su quanto accaduto tra viale Traiano e via Cinthia.
«L'hanno ucciso tre volte - dicono gli amici del 17enne - l'hanno inseguito, sparato e poi ammanettato. È arrivato in ospedale già morto».
Il fratello della vittima: è omicidio
«È stato un omicidio, non s'inventassero scuse. È stato un omicidio». Lo dice, tra le lacrime Tommaso Bifolco, fratello di Davide, il ragazzo di 17 anni ucciso. Secondo la sua versione, il ragazzo era in sella a un ciclomotore con altri due ragazzi e non si è fermato all'alt intimato dai carabinieri perché «guidava uno scooter non suo, che non era assicurato e non aveva il patentino». «Forse voleva evitare il sequestro del mezzo, forse si è spaventato - ha aggiunto - per questo non si è fermato».
La madre: mi ha detto "faccio un altro giro"
Distrutta dal dolore anche la mamma del ragazzo, Flora. «Era tornato a casa perché aveva freddo. Ha preso un giubbino e un cappellino poi mi ha detto "faccio un altro giro e poi vengo". Dopo cinque minuti mi ha chiamato una ragazza e ha detto "signora scendete perché - ha ricordato - i carabinieri hanno fermato Davide e vogliono i documenti». Quando sono arrivata l'ho trovato a terra, non si muoveva. Era già morto».
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