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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2014 alle ore 08:12.

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GUSSAGO (BS). Dal nostro inviato
L'orgoglio, sui volti degli imprenditori bresciani è ben visibile. C'è di che essere soddisfatti: il presidente del Consiglio ha preferito al «salotto buono» di Cernobbio la fabbrica. Invece del silenzio del lago, ha scelto il rumore delle macchine transfer che scaricano nei cestoni, con regolarità, centinaia di valvole di ottone. L'orgoglio degli imprenditori bresciani non è però un mero rigurgito di provincialismo. La soddisfazione è per tutta la categoria: la scelta di Matteo Renzi di venire in provincia di Brescia per toccare con mano la "vera" fabbrica è salutata come un messaggio di speranza per l'intero manifatturiero italiano, per l'economia che produce e che, soprattutto in questi territori, sta resistendo alla crisi, provando a reagire alle difficoltà. I numeri d'altra parte, parlano chiaro. A Brescia, a giugno, l'incremento della produzione industriale è stato del 3,2 per cento rispetto all'anno precedente, l'export nel primo trimestre è cresciuto del 5,7 per cento, per un valore totale di 3,462 miliardi. Ma le statistiche non raccontano tutto. Dietro ai numeri c'è quel «capitalismo familiare in grado di investire anche nei momenti di crisi», come l'ha definito ieri il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Un capitalismo operoso che in questi anni non è rimasto con le mani in mano. «Ben venga Renzi, ma da veri imprenditori - spiega Elio Ghidoni, titolare delle fonderie Ghial - non abbiamo niente da chiedere al governo. Sarebbe sufficiente avere meno bastoni tra le ruote per potere fare bene il nostro mestiere». Anche Ghidoni, come Bonomi, ha scelto in questi anni di investire fortemente sul territorio nonostante la crisi, creando nel 2008 un nuovo stabilimento con produzioni destinate al settore automotive, e raddoppiandolo nel 2010. «Competere ad armi pari con la concorrenza estera e dialogare con i player globali del settore è sempre più difficile - spiega Ghidoni -: diamo il merito a Renzi di avere gettato alcuni sassi nello stagno nel dibattito politico. Anche la sua presenza qui a Brescia è stato un altro gesto importante. Ora però attendiamo i fatti». Per il past president dell'associazione industriale bresciana, Giancarlo Dallera, alla guida della Cromodora wheels, azienda attiva nel segmento automotive, la scelta di Renzi «è un segnale forte per la manifattura, un'attenzione all'economia concreta. Come imprenditori vogliamo dargli fiducia ed aspettare i primi atti del suo mandato». Soddisfatto anche il presidente del gruppo Beretta, Ugo Gussalli Beretta («un segnale importante per l'industria bresciana») che ha da poco varato, anche lui, un maxinvestimento che ha rivoluzionato il lay out della storica fabbrica d'armi di Gardone Valtrompia, rendendola più efficiente. Per il presidente dell'Associazione industriale bresciana, Marco Bonometti, (guida Omr, gruppo da circa 600 milioni di fatturato fortemente internazionalizzato) «Renzi mette finalmente al centro l'industria vera, che crea occupazione. I territori come quello bresciano - ha spiegato ieri - hanno bisogno di risposte concrete a problemi reali: serve un mercato del lavoro che ci permetta di produrre ed assumere, servono risposte sul cuneo fiscale. Va promossa una nuova cultura d'impresa: spero che la presenza di Renzi, qui a Gussago, aiuti tutti a capire che le aziende sono un bene sociale per tutti, non un nemico da combattere». Dello stesso avviso Alberto Volpi, titolare del Salumificio Volpi, gruppo alimentare con un fatturato di oltre 160 milioni e 500 addetti. «Un segnale di questo tipo è già molto - assicura -. Questo è un presidente del Consiglio che ha lasciato le chiacchiere da palcoscenico ed è entrato nel cuore dell'impresa: un gesto che noi abbiamo apprezzato molto, dopo anni in cui il manifatturiero è stato spesso rimosso dal dibattito politico. Ora però - ha concluso - il premier dovrà confermarci con i fatti che ha realmente a cuore le sorti delle piccole e medie imprese italiane».
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ECONOMIA BRESCIANA
+3,2%
Produzione industriale
L'incremento della produzione industriale a giugno rispetto all'anno scorso
+5,7%
L'aumento dell'export
L'aumento dell'export nel primo trimestre dell'anno, pari a un valore totale di 3,462 miliardi

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