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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2014 alle ore 08:13.

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Se il giornalista francese di Le Point, Nicolas Henin, ha ragione, c'è un legame tra i terroristi dell'Isis e la strage di maggio al museo ebraico di Bruxelles. L'ex ostaggio francese in Siria, ha infatti affermato che Mehdi Nemmouche, autore della strage del museo ebraico di Bruxelles, fu uno dei suoi carcerieri durante la detenzione. Il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha confermato che i servizi di polizia hanno «trasmesso alla giustizia elementi che lasciano pensare che Nemmouche possa essere stato il carceriere dei nostri ostaggi». Altri tre giornalisti detenuti insieme ad Henin lo hanno riconosciuto con diversi gradi di certezza. Non solo, secondo Le Monde ci sarebbero elementi per ritenere che Nemmouche sia stato anche fra i carcerieri di James Foley, il giornalista americano decapitato il 20 agosto.
Liberati il 20 aprile, i quattro giornalisti francesi sono stati ascoltati più volte dai servizi francesi interni ed esterni: Nemmouche sarebbe stato un militante di base dello Stato Islamico, incaricato di sorvegliare gli ostaggi occidentali. Cittadino francese di origine algerina, Nemmouche è stato estradato in Belgio per rispondere dell'attentato del 24 maggio scorso al museo ebraico di Bruxelles in cui sono morte quattro persone. Il 29enne era stato arrestato a Marsiglia pochi giorni dopo. Non è ancora chiaro perché Nemmouche abbia lasciato la Siria in febbraio per recarsi in Malaysia prima di tornare in Europa. Così come s'ignora se a Bruxelles abbia agito da solo o in connessione con lo Stato islamico.

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